Notizie Notizie Italia Fiat: i recessi non superano il limite, pronta per fusione con Chrysler e quotazione a Wall Street

Fiat: i recessi non superano il limite, pronta per fusione con Chrysler e quotazione a Wall Street

29 Agosto 2014 08:20

Scampato pericolo. Dopo un agosto particolarmente turbolento, iniziato con l’assemblea torinese e alimentato dalle voci insistenti di recessi elevati, Fiat ha annunciato che il limite dei 500 milioni di euro non è stato superato. In sostanza se le richieste per esercitare il recesso, con prezzo fissato a 7,727 euro, avessero superato i 500 milioni di euro l’operazione di fusione con Chrysler sarebbe stata riproposta tra qualche mese. Il rischio era concreto visto che in assemblea circa 100 milioni di azioni avevano votato contro al progetto di fusione con Detroit.

Nel comunicato diffuso questa mattina, Fiat prevede di completare l’abbinamento delle comunicazioni ricevute e comunicare al pubblico il numero di azioni per le quali il diritto di recesso è stato validamente esercitato entro giovedì 4 settembre. “Anche se tutte le comunicazioni e conferme ancora da abbinare fossero abbinate, il numero massimo di azioni per le quali il diritto di recesso è stato validamente esercitato comporterebbe una esposizione complessiva inferiore al limite”, si legge nella nota.

Una buona notizia per il Lingotto e la reazione a Piazza Affari non si è fatta attendere con il titolo che mostra un progresso di circa l’1,50% a 7,55 euro. Oltre alla fusione con Chrysler ora i vertici della casa auto potranno anche pianificare la quotazione di Fca (Fiat Chrysler Automobiles) a Wall Street. “La quotazione sul NYSE (New York Stock Exchange) darà il giusto rilievo all’importanza delle attività del gruppo sul mercato statunitense e renderà più efficienti le nostre attività di finanziamento”, ha dichiarato il presidente John Elkann.

Sergio Marchionne, Ad di Fiat, ripercorre invece le ultime settimane di agosto: “le recenti stravaganze dei mercati azionari e l’andamento delle azioni Fiat negli ultimi giorni hanno aggiunto a questo processo un grado di complessità inatteso e, a mio modo di vedere, ingiustificato. Mi rassicura il fatto che la stragrande maggioranza dei nostri azionisti abbia scelto di continuare nel proprio impegno di azionisti fedeli”.