La Fiat non chiuderà altri impianti in Italia. A dirlo Sergio Marchionne, amministratore delegato del Lingotto, al Salone di Detroit come riportato dalle maggiori agenzie di stampa. Il manager italo-canadese ha ammesso la presenza di molti problemi in Italia ma ha assicurato il mantenimento delle infrastrutture nel Paese, come dimostra l’investimento allo stabilimento di Melfi recentemente annunciato. Marchionne ha poi dichiarato che i tagli ai posti di lavoro in Polonia hanno permesso la protezione dei lavoratori nelle fabbriche italiane.
Marchionne si è poi interrogato sulla questione della cassa integrazione a Melfi. E’ in corso l’installazione di nuove linee, ha dichiarato l’Ad, e si continuerà a produrre la Punto, “non capisco qual è il problema”, ha detto.
Marchionne ha poi annunciato il lancio della produzione del Ducato in Messico nel 2013 con almeno 60 mila unità annua. I veicoli saranno venduti in Nord e Sud America, ha aggiunto il top manager, senza però indicare l’ammontare dell’investimento.
La società torinese ha infatti richiesto per lo stabilimento di Melfi la cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione aziendale dall’11 febbraio 2013 al 31 dicembre 2014. La notizia è stata resa nota a metà giornata dalla Fiom-Cgil che, attraverso una nota, ha espresso forte preoccupazione perché “ad oggi non si conoscono i dettagli degli investimenti per lo stabilimento”. Non è passato nemmeno un mese quando lo scorso 20 dicembre Sergio Marchionne e John Elkann, alla presenza del premier Mario Monti, presentarono la strategia per il futuro dello stabilimento lucano.
I vertici del Lingotto avevano annunciato 1 miliardo di euro di investimenti per la produzione di due minisuv. La cassa integrazione dovrebbe interessare, alternativamente, una delle due linee produttive. Quella che rimarrà in funzione continuerà a produrre la Punto, mentre tutti gli operai dovrebbero essere interessati a rotazione nel periodo di cassa integrazione.
Negli ultimi giorni Fiat è tornata sotto i riflettori anche a Piazza Affari in scia alle indiscrezioni secondo cui il gruppo torinese sarebbe sul punto di annunciare la creazione di un secondo impianto in Cina. Secondo quanto scritto dal Corriere della Sera, Jeep avrebbe intenzione di creare una joint venture paritetica con la cinese Guangzhou Automobile Group (Gac) per la produzione e la vendita di veicoli a marchio Jeep nell’ex Celeste Impero.
Sergio Marchionne, dal Salone di Detroit, ha inoltre sottolineato ieri sera la necessità che Fiat e Chrysler diventino una cosa sola. A detta di Equita, Fiat acquisterà la quota di Chrysler messa in vendita da Veba “evitando l’Ipo e realizzerà la fusione per evitare l’aumento di capitale”.