Federal Reserve: Bernanke, tassi invariati finchè mercato lavoro non si riprende

I tassi d’interesse rimarranno invariati finché il mercato del lavoro non si riprenderà. Così il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, nel corso della conferenza stampa che ha seguito la decisione della Federal Open Market Committee, braccio destro della Fed, in tema di politica monetaria. Confermando le attese della vigilia, al termine della due giorni di riunioni, la banca centrale americana ha confermato costo del denaro al minimo storico dello 0-0,25% e il piano di acquisto asset in quota 85 miliardi di dollari mensili.
Secondo le indicazioni in possesso Fed “dopo una pausa nell’ultima parte del 2012, sta tornando un ritmo di crescita moderato” negli Stati Uniti. In questo scenario le condizioni del mercato occupazionale hanno mostrato segnali di miglioramento negli ultimi mesi – spiega la Fed in una nota – anche se il tasso di disoccupazione rimane elevato. Migliora ulteriormente anche il comparto immobiliare”.
La banca centrale statunitense ha confermato che i tassi resteranno agli attuali livelli sino a che il tasso di disoccupazione si confermerà sopra il 6,5% (soglia che secondo la Fed non dovrebbe essere raggiunta prima del 2015), e l’inflazione prevista non salirà in quota 2,5%. L’unico voto contrario è stato espresso dal numero uno della Fed di Kansas City, Elizabeth Duke.
Quanto alle previsioni economiche, la crescita del Prodotto interno lordo (Pil) 2013 è attesa in una forchetta compresa tra 2,3-2,8% (da 2,3%-3%) mentre la view sull’inflazione passa all’1,3-1,7% (da 1,3-2%). Migliora l’outlook sul tasso di disoccupazione che dal 7,7% indicato nel mese gennaio, quest’anno dovrebbe oscillare nella forbice 7,3-7,5%.
La crisi finanziaria di Cipro, il tema caldo del momento, non sembra preoccupare particolarmente Bernanke. “Stiamo monitorando con molta attenzione la situazione a Cipro – dichiara il presidente della Fed durante la conferenza stampa – anche se non ci attendiamo che abbia un impatto enorme e non pone dei rischi elevati per gli Stati Uniti”. Rimane comunque una situazione difficile, ammette, perché il governo di Nicosia ha dei problemi sia sul fronte fiscale sia sul fronte bancario.