Fed immobile in attesa di conferme sui prezzi
Nonostante nel comunicato successivo alla decisione, comunicata ieri alle 20.15 ora italiana, sia stato rimosso l’aggettivo elevato per descrivere l’inflazione core, quella depurata dalle componenti più volatili della spesa energetica e alimentare, il presidente della Fed, Ben Bernanke, ha ribadito che una diminuzione dell’inflazione “continua nel tempo deve ancora essere verificata in modo convincente”. Allo stesso modo dopo aver detto di aver rilevato “un modesto miglioramento” dell’inflazione core, la guida della banca centrale americana ha chiarito che il rischio principale è ancora che “l’inflazione non scenda come previsto”.
Sul fronte della crescita invece la Fed ha descritto una crescita moderata nel primo semestre dell’anno “nonostante la flessione dell’immobiliare”, con la previsione di un’economia che “continuerà a espandersi a un ritmo moderato nei prossimi trimestri”.
Dal bilancio delle constatazioni e soprattutto delle previsioni formulate il mercato ha tratto la convinzione pressochè generale che la Fed si appresti a proseguire sulla strada dell’immobilismo monetario almeno fino a fine anno. Il comunicato di ieri sera ha chiarito che il tema della crescita non preoccupa, e che qualsiasi variazione dal sentiero previsto dagli analisti potrà essere indotto dalla dinamica dei prezzi. Argomento su cui al momento non ci sono avvisaglie particolari da segnalare se non dal punto di vista potenziale.
In attesa dei dati sull’inflazione al consumo di giugno i mercati hanno reagito freddamente all’esito del Fomc. Il Dow Jones a chiuso con un impercettibile ribasso dello 0,04%, mentre il Nasdaq ha ceduto lo 0,12%.