Eurodollaro in direzione 1,35, analisti scommettono al ribasso
Nuove indicazioni ribassiste per l’eurodollaro. Da un lato un Beige book che ha fatto emergere un’espansione dell’attività economica in tutti i 12 distretti in cui è suddiviso il territorio della prima economia, dall’altro un tasso di inflazione che a giugno ha confermato l’anemico +0,5% annuo della stima flash. Notizie contrastanti che finiranno per influenzare le politiche delle rispettive banche centrali, restrittiva su una sponda dell’Atlantico espansiva sull’altra, e spingeranno al ribasso l’incrocio tra l’euro e il biglietto verde (a 1,3531 in questo momento).
4 le ragioni che secondo Nomura penalizzeranno l’eur/usd: un eventuale e ulteriore allentamento monetario da parte della Bce, il rallentamento dei flussi di capitale, l’indebolimento della crescita nel vecchio continente e il potenziale ritorno dell’avversione al rischio.
“L’andamento del comparto bancario ha rappresentato un importante indicatore di medio termine per la moneta unica e l’attuale sottoperformance suggerisce che l’euro è destinato a confermarsi vulnerabile”, si legge in una nota diffusa da Morgan Stanley. “Infatti, gli ingenti afflussi di fondi verso gli asset europei tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014 hanno rappresentato un forte fattore di sostegno per l’euro e un’inversione è destinata a lasciare l’euro senza protezione”. Sia nel portafoglio di breve che in quello di medio termine Ms scommette al ribasso sull’eurodollaro con target 1,31.
“Al momento -rilevano gli analisti di Bnp Paribas- riteniamo che il mercato sia incline a confermarsi in trading range anche se la rottura di 1,3503 sarebbe significativa in termini tecnici e potrebbe innescare ulteriori vendite”. Il colosso francese scommette su un calo nel breve termine a 1,32.