Euro-dollaro: attesa per i dati sul mercato del lavoro Usa. Potrebbero arrivare nuove discese

Contro le aspettative di molti analisti la Banca centrale europea ha tagliato ieri i tassi di interesse e ha comunicato un piano di acquisti di Asset backed security (Abs) e di covered bond i cui dettagli verranno specificati più in là nel tempo (si parla di un valore di circa 500 miliardi di euro). Nel dettaglio, il tasso benchmark di Eurolandia è stato portato allo 0,05 per cento mentre quello sui depositi passa da -0,1% a -0,2 per cento.
L’effetto sorpresa ha causato movimenti decisi sulle principali valute. L’euro si è risvegliato oggi abbondantemente sotto quota 1,30 contro il dollaro americano e ancora vicino ai minimi di ieri a 1,2918. Per ritrovare questi livelli bisogna fare un salto indietro al 10 luglio 2013. E la discesa potrebbe non essere conclusa. Eric Chaney, head of research di Axa Investment managers, ha abbassato i suoi target sull’euro dollaro per fine 2014 a 1,25 dal precedente 1,30 e “ulteriore deprezzamento è possibile nel prossimo anno. La Bce è andata decisamente oltre le attese del mercato. Mario Draghi ha spiegato che il suo obiettivo è di riportare il bilancio della Banca centrale ai livelli di fine 2012”.
Se la discesa non è ancora finita, una nuova spinta verso il basso del cross euro/dollaro potrebbe arrivare nel primo pomeriggio con la diffusione dei dati sul mercato del lavoro americano relativi al mese di agosto. Il consensus di mercato è decisamente positivo. “Le aspettative – spiega Michael Hewson chief market analyst di CMC Markets Uk – sono per una creazione di buste paga nuovamente superiore a 200.000, precisamente fino a 230.000 dalle 209.000 create a luglio. Il tasso di disoccupazione potrebbe invece scendere al 6,1% mentre i salari medi potrebbero crescere del 2,1%”.
Proprio quest’ultimo dato è stato identificato dal presidente della Fed Janet Yellen come uno dei tasselli mancanti per una completa guarigione del mercato del lavoro. “Una crescita superiore al 2% – fa notare Hewson – potrebbe favorire nuove speculazioni su un possibile rialzo dei tassi in anticipo rispetto a quanto atteso”.
Tutto sembra congiurare contro l’euro, quindi, ma non si può certo dire che questo sia un male. Anzi l’indebolimento dell’euro è uno degli obiettivi di Draghi. Contro dollaro la valuta unica potrebbe inanellare la settima settimana consecutiva al ribasso e per le prossime ottave andare a poggiarsi a 1,2790 che Hewson indica come il 61,8% di ritracciamento di Fibonacci del rialzo esso a segno da 1,2045 a 1,3995 tra luglio 2012 e agosto scorso.