Eni: utile netto adjusted 2012 sale a 7,13 miliardi, dividendo di 1,08 euro
Il gruppo Eni ha annunciato i risultati relativi all’esercizio 2012 che evidenziano un utile netto pari a 7,79 miliardi di euro, in progresso del 13,5% rispetto al corrispondente periodo dell’anno passato. Nell’ultimo trimestre dell’esercizio il profitto si è attestato a quota 1,46 miliardi, in crescita del 13,3%. Questi i dati che derivano dal preconsuntivo della società da cui si ricava che l’utile netto adjusted si è attestato a 7,13 miliardi (in rialzo del 2,7%) nell’intero esercizio, 1,52 miliardi nel trimestre (-3,6%). Il dato trimestrale si è rivelato inferiore alle attese degli analisti di Bloomberg ferme a 1,6 miliardi di euro. L’utile operativo adjusted nell’anno è avanzato del 14,6% a 19,7 miliardi rispetto all’anno prima.
Gli investimenti tecnici di 3,89 miliardi nel quarto trimestre (12,76 miliardi nell’anno) hanno riguardato principalmente lo sviluppo di giacimenti di idrocarburi e i progetti di ricerca esplorativa per 3,14 miliardi nonché l’upgrading della flotta dei mezzi navali di costruzione e perforazione di Saipem.
Il Cda intende proporre all’assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo di 1,08 per azione (1,04 nel 2011) di cui 0,54 distribuiti nel settembre 2012 a titolo di acconto.
Nel quarto trimestre 2012 la produzione di idrocarburi reported è stata di 1,747 milioni di barili al giorno (1,701 milioni nel 2012), mentre le vendite di gas di 25,08 miliardi di metri cubi sono diminuite dell’1,5% rispetto allo stesso periodo del 2011.
Nel 2013 il management prevede un livello di spending per gli investimenti in linea rispetto al 2012 (12,76 miliardi l’ammontare degli investimenti tecnici e 0,57 miliardi quello di investimenti finanziari del consuntivo 2012 esclusi gli investimenti di Snam). I principali temi del 2013 riguarderanno lo sviluppo delle riserve di idrocarburi in Africa Occidentale, Africa Settentrionale, Norvegia, Iraq e Venezuela, i progetti esplorativi in Africa Occidentale, Egitto, Stati Uniti e temi emergenti/nuove aree, e iniziative negli altri settori di ottimizzazione e crescita selettiva con l’avvio dei lavori Green Refinery presso Venezia e i progetti elastomeri e bio-plastiche nella chimica. Il leverage a fine 2013, assumendo un prezzo del Brent medio annuo di 90 dollari al barile, è previsto assestarsi sostanzialmente sugli stessi livelli di fine 2012 per effetto della gestione industriale e di portafoglio.
“Il 2012 è stato un anno record per la nostra esplorazione con risorse scoperte pari a circa sei volte la produzione annua grazie ai risultati eccezionali raggiunti in Mozambico e ai successi ottenuti nell’Africa Occidentale, nel Mare di Barents e in Indonesia”, ha commentato Paolo Scaroni, amministratore delegato del Cane a sei zampe. “Abbiamo fatto progressi anche nei progetti di sviluppo, incrementando le nostre riserve e portandole sui migliori livelli di sempre. La nostra divisione Exploration & Production, grazie alla crescita della produzione, ha conseguito utili operativi eccellenti. In Gas & Power e Refining & Marketing abbiamo ottenuto significativi recuperi di efficienza che ci hanno permesso di assorbire buona parte degli effetti di uno scenario europeo ancora difficile. Eni, con una struttura patrimoniale rafforzata anche dalle dismissioni di Snam e Galp, conseguirà nell’upstream tassi di crescita al top dell’industria”.