Energia: Eni sospende la cessione di Saipem, petrolio scivola sotto 60 dollari al barile
Il petrolio prosegue senza sosta la sua discesa portandosi per la prima volta dal 2009 sotto la soglia dei 60 dollari al barile. Da giugno, quando viaggiava in area 100 dollari al barile, l’oro nero ha lasciato sul parterre oltre 40 punti percentuali. L’ultimo strappo ribassista è scattato dopo il nulla di fatto dell’Opec. Il cartello dei Paesi esportatori ha infatti lasciato invariati gli attuali livelli di produzione a 30 milioni di dollari al barile. Una vittoria dell’Arabia Saudita, mentre l’Iran e i Paesi sudamericani auspicavano un taglio della produzione per cercare di far risalire le quotazioni.
I riflessi del crollo del petrolio si sono sentiti anche a Piazza Affari ed anche oggi i titoli del settore oil viaggiano in territorio negativo: Eni mostra un ribasso di circa l’1,50% a 14,15 euro, Saipem arretra del 4,70% a 8,29 euro mentre Tenaris lascia sul parterre il 2,70% a 12 euro. Per le società dal profilo di Tenaris una notizia negativa è stata la recente decisione di ConocoPhillips di tagliare il suo programma di investimenti del 20 per cento.
Per quanto riguardo Eni, ieri sera ha annunciato di aver al momento sospeso le valutazioni delle opzioni per la valorizzazione di Saipem. A luglio il colosso petrolifero aveva annunciato l’adozione di una nuova struttura organizzativa più focalizzata sul business di esplorazione e produzione e, di conseguenza, la partecipazione in Saipem era stata definita non più strategica per il gruppo.
Ora dopo il recente tracollo di Saipem in scia allo stop del progetto South Stream la situazione è cambiata completamente. La sospensione del gasdotto si tradurrà in mancati ricavi nel 2015 per Saipem pari a 1,25 miliardi di euro. La società, entro febbraio, fornirà la nuova guidance e solo allora si capirà il reale impatto sui margini causato dal blocco del South Stream.