Enel, Poste e Unicredit: tre top stock del Ftse Mib alle prese con situazioni differenti. Ecco cosa attendersi
Non è stato un primo scorcio dell’anno entusiasmante quello di Enel, così come quello del settore utility in generale, penalizzato dal rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato. Il titolo, che è quello con maggior peso di tutto il Ftse Mib, risulta però in buona ripresa nelle ultime settimane con la sponda dei buoni riscontri arrivati dai conti trimestrali.
In questo articolo analizziamo tecnicamente Enel e altri due titoli, Poste e Unicredit, che invece si sono mossi bene nei primi tre mesi dell’anno.
Enel: quadro grafico in miglioramento, ma resistenza chiave a 8,5 euro
Quadro grafico in miglioramento per Enel dopo la forte correzione che ha fatto perdere al titolo oltre il 15% dai massimi di gennaio 2021 a 9,047 euro. Dai minimi di periodo segnati a inizio marzo, il titolo ha intrapreso una fase di rialzo ben descritto dalla trend line rialzista di breve periodo costruita sui minimi del 3 e 19 marzo. Movimento che ha permesso a Enel di infrangere la trend line ribassista avviata sui massimi su citati. Prima indicazione positiva. Ora per Enel si appresta il test della resistenza statica a 8,546 euro. Sul break di tale livello Enel metterebbe come target a 8,777 euro e poi 9 euro. Al contrario, un segnale di debolezza arriverebbe al break di 8,24 euro e della trend rialzista, con target area 8 euro, dove transita anche la media 200 periodi.
Poste Italiane: impostazione rialzista, prova la chiusura del gap down
Il titolo Poste Italiane è tra quelli che più hanno beneficato dell’effetto Draghi e che hanno realizzato uno slancio importante. Il quadro grafico è da un certo punto di vista molto simile a quello del Ftse Mib. Ben impostato e alle prese con una resistenza piuttosto coriacea. Nel caso di Poste si tratta della parte bassa del gap down realizzato a febbraio 2020, in area 10,8 euro. Possibili dunque prese di beneficio soprattutto con ritorno verso 10,5 euro. In ogni caso, nulla di allarmante e solo il break in forza di area 10 euro darebbe un segnale di cambio di sentiment importante. RSI sembra in ipercomprato e potrebbe segnare una divergenza indicando appunto l’inizio di prese di beneficio. In ogni caso, per chi avesse comprato su livelli più bassi per ora non vediamo ragioni di uscita, per chi volesse entrare, potrebbe su un eventuale test dei 10,5 euro.
UniCredit: titolo rimasto indietro, quadro grafico ancora in divenire
Il titolo UniCredit è rimasto indietro rispetto al resto del comparto bancario italiano che invece ha beneficiato dell’effetto Draghi, del processo di consolidamento del settore e del rialzo dei tassi.
Il titolo UniCredit ha una forte resistenza nella fascia di prezzo compresa tra il ritracciamento del 38,2% di Fibonacci di tutto il down trend avviato a febbraio a 9,2277 euro e la resistenza statica a 9,7 euro. Nessuna indicazione particolarmente rilevante né da RSI né dai volumi. Al contrario, il break di 8,26 euro, della trend rialzista (costruita sui minimi di ottobre 2020 e gennaio 2021) e della media mobile 200 periodi darebbe un segnale negativo con target a 7,5 e 7 euro.