Notizie Notizie Mondo Emergenti sotto attacco: crollo superiore a -100% per peso argentino da inizio anno

Emergenti sotto attacco: crollo superiore a -100% per peso argentino da inizio anno

31 Agosto 2018 16:20

Non solo la lira turca: le vendite sulle valute dei paesi emergenti hanno visto protagoniste questa settimana anche il peso argentino e la rupia indonesiana. Il crollo del peso è stato così forte che nella giornata di ieri la Banca centrale dell’Argentina è stata costretta ad alzare i tassi di interesse per la quinta volta dal mese di aprile. Una carrellata, quella delle continue strette monetarie, che non è riuscita a frenare il tonfo della moneta.

Il rialzo della vigilia ha portato i tassi di interesse a volare dal 45% al 60%. L’istituto ha giustificato la decisione con la necessità di “rispondere alla situazione presente nel mercato forex e al rischio di un rialzo dell’inflazione”. Dall’inizio dell’anno, il peso argentino è crollato di oltre +108% nei confronti del dollaro Usa.

La crisi argentina è esplosa proprio con la caduta della moneta, scatenata dalla siccità che ha colpito l’economia all’inizio dell’anno. A peggiorare la situazione, è stato il balzo improvviso dei prezzi del petrolio e il recupero del dollaro, condizionato a sua volta dalla serie dei rialzi dei tassi avviata dalla Federal Reserve.

In primis, c’è comunque il rischio che Buenos Aires possa fare presto default sui suoi debiti. La tensione è aumentata con l’attesa per gli aiuti dell’Fmi, che sono stati concordati a giugno dalle controparti per un valore di $50 miliardi: di questi, $15 miliardi sono stati già erogati.

Il punto è che proprio l’altro ieri il presidente Mauricio Macri ha ammesso di aver chiesto all’istituzione di Washington di velocizzare l’esborso della somma. Il numero uno del fondo, Christine Lagarde, ha detto di aver accolto la richiesta di Macri ma ha anche chiesto che il paese, in cambio, decida di aderire a misure economiche severe, come la riduzione del suo deficit al 2,7% del Pil quest’anno, e all’1,3% nel 2019, dopo il 3,9% del 2017.

L’Fmi ha deciso tuttavia di rivedere i termini del bailout dopo il tonfo del peso, che ieri, capitolato fino a -13%, ha sofferto il calo più forte in quasi tre anni, scivolando a quota 38,75 sul dollaro, al nuovo minimo record.

Ma tra gli emergenti c’è un’altra valuta che sta riportando un trend decisamente preoccupante: è la rupia indonesiana, tartassata dai sell off nonostante le strette monetarie lanciate dalla banca centrale. Nelle ultime ore la moneta è crollata al minimo in 20 anni, fino a 14,750 per dollaro, livello che non aveva toccato dalla crisi delle Tigre asiatiche del 1998. 

Dopo l’Argentina e la Turchia – q stando a quanto emerge da un grafico stilato da JP Morgan e pubblicato all’inizio di giugno, l’Indonesia è il terzo maggiore paese alle prese con un deficit delle partite correnti e con l’aumento del debito estero.