Effetto Robin Hood tax sulle utilities italiane, Snam e Terna sprofondano in Borsa
Risveglio amaro per le utilities italiane dopo le modifiche alla “Robin Hood tax” decise dal Governo nell’ambito della manovra aggiuntiva da 45 miliardi di euro. In sostanza, l’addizionale IRES per le aziende attive nella generazione e vendita di energia elettrica (anche per le fonti rinnovabili) è stata incrementata dall’attuale 6,5% al 10,5% per il triennio 2011-13. Inoltre il Governo ha introdotto un’addizionale IRES del 10,5% per le attività regolate di trasporto e distribuzione di elettricità e gas. Il decreto prevede che la maggiore tassazione non potrà essere trasferita in tariffa.
Secondo gli analisti le più colpite dal provvedimento saranno Snam Rete Gas e Terna, che questa mattina viaggiano in profondo rosso a Piazza Affari: la controllata di Eni cede l’11,2% a 3,28 euro, mentre Terna arretra del 10% a 2,59 euro. “Stimiamo un impatto rilevante sugli utili dei tre anni, pari a circa il 14% per Snam Rete Gas e il 16% per Terna”, scrive Equita nella nota odierna raccolta da Finanza.com. La sim milanese sottolinea che “la notizia è negativa perché introduce il principio del mancato trasferimento in tariffa, creando un rischio regolatorio/Paese da valutare. Molto importante è cosa farà l’Autorità e se le società faranno ricorso”.
Per Equita è inoltre cruciale cosa succederà alla politica dei dividendi delle due società, che hanno yeld “molto interessanti del 6,6% (Snam) e del 7,3% (Terna)”. Giudizio simile da parte degli analisti di Ubs che hanno tagliato le stime di Eps 2011-103 di circa il 6% per Enel e del 13% per Terna e Snam Rete Gas. Anche secondo il broker svizzero le più colpite saranno proprio Snam e Terna perché la Robin Hood tax “era inaspettata per queste due società e potrebbe anticipare una revisione nella politica dei dividendi”.
Terna e Snam sono le peggiori sul Ftse Mib, ma le vendite colpiscono anche Enel (-4,47% a 3,464 euro), Enel Green Power (-6,10% a 1,508 euro), A2A (-3% a 0,884 euro) e Edison (-2,70% a 0,776 euro). Per queste società, secondo Equita “la riduzione media degli utili sarebbe del 5-6% ma i prezzi attuali, molto sacrificati, dei titoli del settore già scontano un rischio regolatorio, quindi non riteniamo di modificare le nostre raccomandazioni sul comparto seppure ci attendiamo un’ulteriore debolezza sui titoli”.