Effetto Mincione su Carige. Per finanziere potrebbe valere triplo con M&A
Effetto Raffaele Mincione su Carige. Il titolo ha chiuso in rialzo del 2,44%, a quota 0,0084 euro, dopo che il finanziere ha detto in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera di ritenere che, se accettasse di essere acquistata, la banca ligure potrebbe valere il doppio o anche il triplo.
Slitta intanto il termine ultimo per presentare le offerte non vincolanti per il portafoglio di crediti Utp (le inadempienze probabili) da 500 milioni di euro. Secondo indiscrezioni riportate dalle agenzie di stampa, le richieste di accesso ai dati avanzate dai potenziali acquirenti sono state talmente tante che la data room rimarrà aperta almeno fino alla fine di aprile, oltre la data di scadenza del 23 aprile che era stata indicata dall’AD Paolo Fiorentino. Fiorentino a tal proposito aveva parlato di un interesse arrivato da più di 100 investitori, tra nazionali ed esteri.
Nelle prossime ore è attesa la riunione del cda di Banca Carige a Genova, da cui potrebbero emergere altre informazioni sui tempi dell’operazione.
Rimane sullo sfondo la frattura tra Mincione, che detiene nella banca una partecipazione del 5,4% e Vittorio Malacalza, azionista di maggioranza con il 20,64%.
Il finanziere romano non ha risparmiato stoccate a Malacalza, nel momento in cui ha affermato che “deve avere l’umiltà di capire che bisogna far parte di un gruppo più grande”.
Ma certo Mincione deve confrontarsi anche con gli altri azionisti principali di Carige, che sono Gabriele Volpi, secondo maggiore azionista con una quota del 9,09% di capitale, e Sga, la bad bank controllata dal Tesoro che mira ad acquistare i crediti deteriorati della banca da 200 milioni di euro. Da ricordare tra l’altro che, in occasione dell’ultimo aumento di capitale di Carige, Sga ha rilevato una quota del 5,4% circa.
Nel corso di un’intervista rilasciata il mese scorso a Il Sole 24 Ore, Mincione aveva reso nota l’intenzione di salire in tempi brevi al 9,9% del capitale della banca ligure, esprimendo la convinzione che il valore del titolo poteva aumentare attraverso una operazione di M&A.
A metà aprile, era stato lo stesso AD Fiorentino a confermare alcune indiscrezioni, che parlavano di un rafforzamento della quota di Mincione in Carige dal 5,4% all’8% con il suo The Capital Trust Management.