Efama, il 2013 un altro anno record per i fondi comuni in Europa

Il settore dei fondi comuni in Europa ha registrato nel 2013 il secondo anno consecutivo di forte crescita, grazie al maggiore ottimismo degli investitori, agli incoraggianti dati economici e al progresso dei mercati azionari. Secondo i dati forniti dall'Efama, l'associazione europea che raggruppa le società di gestione, nell'intero 2013 le vendite nette di fondi comuni (Ucits e non Ucits) in Europa si sono attestate a 410 miliardi di euro, rispetto ai 307 miliardi di euro del 2012. Il patrimonio netto dei fondi è cresciuto del 9% nel corso dell'anno a 9.800 miliardi di euro. Un valore pari al 68% del Pil europeo a fine 2013, rispetto al 63% toccato alla fine del 2012.
Secondo l'Efama nel 2013 si è assistito ad una forte crescita della domanda dei fondi azionari e bilanciati, nonostante l'andamento volatile dei listini durante il secondo trimestre dell'anno. I fondi obbligazionari hanno continuato ad attrarre nuovi capitali, anche se in misura inferiore rispetto al 2012, perché l'aumento dei tassi di interesse a lungo termine e la persistente incertezza circa gli sviluppi del mercato obbligazionario ha causato un significativo rallentamento della domanda degli investitori. Il 2013 è stato un altro anno difficile per i fondi specializzati nel mercato monetario poiché i livelli storicamente bassi dei tassi di interesse a breve termine ha ridotto di molto l'interesse per questo tipo di prodotti.
Secondo l'Efama nel 2013 si è assistito ad una forte crescita della domanda dei fondi azionari e bilanciati, nonostante l'andamento volatile dei listini durante il secondo trimestre dell'anno. I fondi obbligazionari hanno continuato ad attrarre nuovi capitali, anche se in misura inferiore rispetto al 2012, perché l'aumento dei tassi di interesse a lungo termine e la persistente incertezza circa gli sviluppi del mercato obbligazionario ha causato un significativo rallentamento della domanda degli investitori. Il 2013 è stato un altro anno difficile per i fondi specializzati nel mercato monetario poiché i livelli storicamente bassi dei tassi di interesse a breve termine ha ridotto di molto l'interesse per questo tipo di prodotti.