Dollaro in calo in attesa delle minute, euro/yen ai massimi dal 2009

Nuova seduta all’insegna della debolezza per l’indice del dollaro, sceso oggi ai minimi da quasi due settimane a 80,605 punti. L’indicatore che rileva le performance del biglietto verde contro un basket di valute sconta l’attesa in vista della pubblicazione delle minute dell’ultima riunione del board della banca centrale statunitense che secondo gli operatori confermeranno la volontà di continuare a sostenere a pieno regime la ripresa della prima economia. Nonostante si sia detto ottimista riguardo la ripresa statunitense, il n.1 della Federal Reserve di New York, William Dudley, ha fatto sapere di esser favorevole alla conferma del piano di acquisto asset agli attuali 85 miliardi di dollari mensili.
In questo contesto il cambio con la moneta unica, spinto anche dalle indicazioni arrivate nel corso della prima parte dalla Germania, sale in quota 1,3519. Secondo Vincenzo Longo di IG la tenuta del supporto a 1,3480 “sarà strategica per sperare in un allungo verso i massimi delle ultime due sedute in area 1,3545-1,3550”. A novembre l’indice tedesco Zew sulle aspettative economiche è salito da 52,8 a 54,6 punti, sopra le stime degli operatori (ferme a 54 punti) e livello massimo da quattro anni.
Per quanto riguarda la politica monetaria di Eurolandia, la Bce dispone ancora di strumenti per combattere la deflazione. È quanto ha dichiarato Joerg Asmussen, membro del board della Bce, nel corso di un’intervista radiofonica. “Non abbiamo esaurito gli strumenti di politica monetaria -ha detto Asmussen a radio Oe1- e se la situazione dovesse renderlo necessario potremmo agire ancora”. Uno dei possibili strumenti potrebbe essere rappresentato dai tassi negativi sui depositi: “anche se ci andrei cauto con questo tipo di misura, non la escluderei”.
La moneta unica guadagna terreno anche contro la divisa nipponica spingendo il cross sui massimi dal novembre 2009 a 135,56. Da IG, l’analista Filippo Diodovich rileva che “l’eventuale superamento del limite a 135,50, che ha fermato la corsa dell’eurjpy almeno due volte negli ultimi 2 mesi, sarebbe da considerare come un concreto segnale di forza, gettando le basi per una estensione dell’allungo in direzione degli obiettivi ambiziosi situati a 138,50, massimi allineati del 2009, e 141, ultimo dei ritracciamenti di Fibonacci del calo mostrati dai picchi del 2008”.