Il dollaro guarda alla Fed, l’euro alle elezioni in Francia
Yen in evidenza dopo il lancio di quattro missili balistici da parte della Corea del Nord verso il mare del Giappone (il lancio è avvenuto alle 23.30 italiane da Dongchang-ri, nel nord-ovest del Paese). La notizia sta spingendo al ribasso l’azionario e favorendo gli acquisti di una delle valute preferite dagli investitori nelle fasi di incertezza.
Nella prima seduta della settimana, l’incrocio con la moneta unica segna un in rosso di mezzo punto percentuale a 120,45¥ mentre il ninja, il cambio tra il biglietto verde e la divisa nipponica, scende a 113,55. Un sostegno per il dollaro arriva dall’attesa di una nuova stretta monetaria nel meeting della Banca centrale in calendario a metà mese (probabile al 94% secondo il consenso Bloomberg).
Gli strategist di Morgan Stanley si attendono un indebolimento della moneta giapponese in scia del differenziale di tassi. “Lo Yen tende ad indebolirsi in maniera particolare in presenza di rendimenti statunitensi in aumento e quindi questo implica nuovi ribassi in vista di un innalzamento dei tassi USA”, riporta unta nota del colosso statunitense.
A questo punto, come ha rimarcato Janet Yellen nel corso di un intervento venerdì scorso, sarà decisivo l’aggiornamento sull’andamento del mercato del lavoro di venerdì.
L’euro sta invece risentendo della notizia che Alain Juppé, nell’ipotesi in cui Francois Fillon dovesse ritirarsi dalla corsa all’Eliseo, non si candiderà alla Presidenza della Repubblica. La notizia, che incrementa le probabilità di un’affermazione del leader anti-europeista Marine Le Pen, sta spingendo il cambio con il greenback a 1,0592$.
“L’euro è strettamente correlato con le chance di vittoria della Le Pen, si tratta di un fattore che in questo momento rappresenta gran parte dei trade sull’euro”, ha rilevato Neil Jones di Mizuho. “Qualsiasi indicazione che renda la vittoria della Le Pen più probabile è destinata a spingere al ribasso l’euro”.