Dollaro australiano festeggia i forti dati arrivati dal mercato del lavoro
Diminuisce ancora l’avversione al rischio sui mercati dopo che ieri Gran Bretagna e Spagna si sono impegnate a ridurre i loro disavanzi di bilancio alleviando così le preoccupazioni che la crisi del debito in Europa possa ostacolare la crescita globale. Sul mercato valutario spicca così l’indebolimento dello yen con cross dollaro/yen in rialzo a quota 93,4 yen. L’euro si mantiene in area 1,263 rispetto al dollaro.
Spicca la forza del dollaro australiano (+0,69% rispetto al dollaro statunitense) dopo le buone indicazioni arrivate dal mercato del lavoro che ad aprile ha visto l’accelerazione della creazione di posti di lavoro (+33.700 rispetto alle +22 mila attese) con tasso di disoccupazione fermo al 5,4%. Dati che alimentano l’ottimismo sulla crescita economica dell’Australia. “Il più forte aspetto del report sul mercato del lavoro – rimarca Glenn Maguire da Société Générale – è che l’economia ha aggiunto 37.500 lavoratori a tempo pieno”, mentre le offerte di lavoro a tempo parziale sono scese lievemente (-3.900 unità). L’esperto di SocGen rimarca come il mercato non stia ancora completamente prezzando un ulteriore aumento dei tassi fino novembre, mentre ritiene che la nuova stretta monetaria di 25 punti base potrebbe avvenire già prima di novembre.
Intanto in Europa tiene sempre banco la crisi del debito con Bruxelles intenzionata a dettare regole più rigide per il controllo dei conti pubblici dei Paesi dell’Unione. “Se un Paese ha un debito uguale o superiore al 100% del pil – avverte il Commissario Ue all’Economia, Olli Rehn – diventa fondamentale non soltanto riportare il fabbisogno sotto la soglia del 3%, ma ridurlo in misura da garantire una sufficiente correzione della dinamica del passivo”. Intanto ieri Nouriel Roubini, economista della New York University che ha predetto lo scoppio della bolla immobiliare negli Usa, ha paventatola possibilità di un abbandono dell’euro da parte della Grecia e di altri Paesi periferici dell’Unione. “Nei prossimi anni alcuni Paesi potrebbero essere costretti a dire addio all’euro al fine di recuperare competitività e rafforzare le proprie economie”, ha dichiarato Roubini in un’intervista a Bloomberg Tv. Secondo Roubini la missione di ridurre il deficit greco dal 13% al 3% è una “missione impossibile” nonostante le misure di austerity da 30 mld di euro annunciate a inizio mese da Atene. In generale Roubini ritiene che la crisi del debito potrebbe comportare per l’Europa una nuova recessione.