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Dietro la guerra del gas la nuova politica del Cremlino

Pubblicato 24 Gennaio 2006 Aggiornato 19 Luglio 2022 12:59
Dietro la guerra del gas emerge la nuova politica di Mosca: riconquistare l'influenza sulle ex repubbliche sovietiche tornate una superpotenza mondiale. Arma individuata: energia e materie prime. Gas, petrolio ed elettricità, ma anche acciaio, alluminio e metalli non ferrosi. Relegato in secondo piano la corsa alle armi atomiche, il Cremlino accelera. Dopo lo smembramento della Yukos di Khodorkovski e una serie di fusioni societarie, il petrolio sta tornando nelle mani dello Stato. Tramite il monopolista Gazprom e gli amici di San Pietroburgo collocati ai suoi vertici, Vladimir Putin controlla già totalmente il gas. Una fusione tra Nolirsk-Nickel e la Alrosa, leader dei diamanti, riporterà presto sotto controllo pubblico anche il settore minerario. E' però il gas, con il petrolio alle stelle, il panzer di Mosca. Poter spegnere il vecchio continente chiudendo il rubinetto servirà a ristrutturare il decrepito sistema nazionale.