Di Maio: fiducioso su superamento vincoli bilancio Ue. Euro buca $1,15, spread su
“Siamo l’unico paese che ha in Costituzione il pareggio di bilancio. È una norma che credo in futuro vada superata”. E ancora: “l’Iva non aumenterà. Si parla di ritoccare l’Iva per non farla aumentare”. Sono alcune delle dichiarazioni che il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ha rilasciato, ospite del programma InOnda su La 7 . Dichiarazioni, come quella sul ritocco dell’Iva, che lasciano alcuni esperti più che perplessi. Che significa ritoccare l’Iva?
Quello che appare sugli schermi televisivi è un Di Maio molto sicuro di riuscire a ottenere dai piani alti di Bruxelles anche il via libera per il superamento dei vincoli di bilancio.
I mercati non sono tuttavia molto sicuri sulla manovra 2019 che l’Italia si appresta a sfornare. Anzi, non lo sono affatto.
Le incertezze, in questi ultimi giorni, sono tornate a essere scontate non solo dallo spread, che oggi punta ancora più in alto, proiettandosi verso quota 260 punti base, sulla scia del rialzo dei tassi sui BTP decennali, che nei massimi intraday hanno superato anche il 2,98%, a un passo dalla soglia del 3% sfondata venerdì scorso.
Ostaggio della legge di bilancio è anche l’euro che, come fa notare il sito americano Cnbc, ha perso questa settimana nei confronti del dollaro lo 0,4%, messo sotto pressione dalle “rinnovate paure degli investitori sul rischio che l’Italia (con la manovra) si avvii a introdurre spese costose e non sostenibili”, andando così fuori dalla rotta tracciata dall’Unione europea e rischiando -oltre a raccomandazioni e richiami vari – alert sulla sostenibilità del suo debito pubblico e dunque dei suoi BTP dalla nutrita platea delle agenzie di rating, di strategist, di economisti.
Tali timori, uniti all’alert lanciato nelle ultime ore dalla Bce sui rischi aumentati legati al protezionismo e alla guerra commerciale, e all’impatto che tali preoccupazioni stanno avendo sulla fiducia, hanno affossato stanotte il rapporto euro-dollaro, scivolato fino a -0,7%, ai minimi dell’anno. Bucata la soglia di $1,15. E si teme il peggio per l’euro, nelle prossime settimane, quando nuove notizie e indiscrezioni arriveranno sulla manovra che dovrà essere presentata all’Unione europea, secondo la tabella di marcia, entro la metà di ottobre. Tra l’altro, la moneta unica paga l’altro alert della Bce riportato dall’FT, quello sull’esposizione che le banche europee hanno verso la Turchia, paese che assiste alla debacle della lira turca, ai nuovi minimi record contro il dollaro.
Così Christopher Graham, economista di Standard Chartered
“Il nostro scenario di base rimane la graduale introduzione delle riforme strutturali auspicate dal governo (la flat tax della Lega e il reddito di cittadinanza del M5S) nel corso dei prossimi anni, con alcune proposte che saranno annacquate o lasciate fuori del tutto. La Commissione cercherà anche di arrivare a un compromesso con l’Italia per evitare il rischio di alimentare il sentiment anti-euro nel paese”. Tuttavia, “non possiamo escludere elezioni anticipate o l’avvio di misure da parte della Bce volte a contrastare turbolenze significative del mercato, anche se per ora questi rimangono rischi di coda”.
Rischi di coda che però ci sono, tanto che i mercati sembrano pronti a scontare il peggio.
Tutto, mentre un Di Maio determinato parla a “In Onda” della sua fiducia alla possibilità che l’Ue chiuda un occhio sul dossier conti pubblici.
“Confido nel fatto che a livello europeo nei prossimi mesi otterremo dei grandi risultati per quanto riguarda la possibilità di andare oltre quei parametri (di bilancio)“, ha detto il ministro, sotterrando contestualmente l’ascia di guerra che sembrava aver agitato in una precedente intervista rilasciata a Bloomberg.
Questo, spiega infatti, “non significa mettersi contro l’Europa ma dire che a noi serve fare degli investimenti per rilanciare il nostro Paese”.
Di conseguenza, “confido molto nel dialogo che avremo ai tavoli europei per far sì che questa legge di bilancio possa portare a casa delle riforme strutturali come il reddito di cittadinanza, la flat tax e il superamento della legge Fornero”.
Sull’Iva, “si parla di ritoccare l’Iva per non farla aumentare. Questo è il nostro obiettivo nel contratto di Governo. E’ chiaro che in questo momento si gioca con noi, molto con il governo”.
D’altronde, fa notare Di Maio, “nel contratto di governo c’è scritto che ai commercianti e ai consumatori non dobbiamo aumentare l’Iva e che non si mettono le mani nelle tasche dei cittadini italiani”.
Sui rapporti con il ministro dell’economia Giovanni Tria, Di Maio inoltre precisa: “Con il ministro dell’Economia Giovanni Tria c’è una perfetta sintonia. Poi si può raccontare che questo governo si fa le guerre, facciano pure”.
Legge bilancio: verso taglio agevolazioni fiscali. Quali?
Proprio per evitare nuovi balzelli contro gli italiani e allo stesso tempo concretizzare quei pilastri del contratto di governo che si chiamano reddito di cittadinanza, smantellamento della riforma Fornero e flat tax, l’esecutivo avrebbe intenzione di aggredire una vasta gamma di sconti fiscali, che hanno come sinonimi anche i termini agevolazioni fiscali, spese fiscali, tax expenditures. Di questo e altro ha parlato il ministro dell’economia Giovanni Tria nell’intervista rilasciata qualche giorno fa a Il Sole 24 Ore, nel momento in cui ha indicato, affrontando il tema delle coperture, la necessità di avviare un “riordino profondo delle tax expenditures, che finora non si è fatto perchè è realizzabile solo se accompagnato da una riduzione delle aliquote generali”.
Su questo si concentra oggi un articolo del quotidiano La Stampa, parlando di “oceano delle agevolazioni fiscali”.
“Parliamo di un vero e proprio mostro: nell’ultima rilevazione complessiva ufficiale – risalente al 2012, governo Monti – venne quantificato in ben 720 misure, sconti, bonus o regimi eccezionali per un valore complessivo di 253 miliardi di euro Dentro questo magma di tasse che lo Stato decide di abbonare ai contribuenti c’è letteralmente di tutto: dalle detrazioni per figli a carico o per lavoro dipendente (che da sole valgono rispettivamente 10,5 e 37 miliardi) a misure francamente conosciute solo dai diretti interessati. Chi lo sa che esiste uno sconto da 400mila euro l’anno sul bollo auto delle vetture «esclusivamente destinati da enti morali ospedalieri o da associazioni umanitarie al trasporto di persone bisognose di cure mediche o chirurgiche, quando siano muniti di apposita licenza»? Chi sa che i tendoni per «spettacolo viaggiante» se non superano i mille metri quadri hanno diritto a uno sconto del 50% della tassa di occupazione del suolo pubblico? E perché dare sconti sull’accisa carburanti a chi estrae magnesio dall’acqua di mare?” Fermo restando che non tutte le agevolazioni sono aggredibili, scrive La Stampa, “negli esempi citati, sarebbe scontata la protesta di ospedali, circhi ed «estrattori di magnesio». Diverso sarebbe però gestire l’ira dei tassisti, degli autotrasportatori, degli agricoltori, delle Forze Armate. E cosa succederebbe se la scure colpisse drasticamente le agevolazioni alle imprese? O le detrazioni sui mutui casa o le polizze assicurative?”. Proprio per evitare l’ira di diverse categorie, il quotidiano scrive che a Via Venti Settembre si fa strada l’idea di imitare quanto fece a suo tempo per la spesa Giulio Tremonti: procedere con un taglio lineare dei bonus fiscali, del 5 o del 10 per cento. Un taglio ridotto e dunque sopportabile, e soprattutto uguale per tutti”.