Der Spiegel: maxi cartello tra colossi auto tedeschi da oltre 20 anni. Titoli del settore sotto attacco
Azionario europeo sotto pressione, con i listini che accelerano al ribasso dopo la rivelazione di Der Spiegel, che in un articolo che sta facendo non poco scalpore, rivela che l’industria tedesca dell’auto ha operato come un cartello per più di 20 anni. Lo scandalo dieselgate che ha travolto Volkswagen sarebbe dunque solo la punta dell’iceberg di un mercato che, in tutti questi anni, avrebbe prosperato grazie agli accordi segreti tra vari big. Altro che libero mercato. La collusione sarebbe stata all’ordine del giorno.
Der Spiegel fa i nomi di Volkswagen, Daimler, BMW, Audi e Porsche, e rivela indiscrezioni secondo cui i produttori tedeschi di auto si sarebbero accordati per fissare i prezzi dei sistemi per la gestione delle emissioni dei motori diesel, ma non solo.
I principali artefici del cartello, Volkswagen, Daimler e BMW, avrebbero tenuto infatti incontri segreti e creato anche gruppi ad hoc a partire dagli anni Novanta, per discutere su diverse questioni, tra cui quelle inerenti ai costi di produzione, alle forniture, alla strategia e alle emissioni di gas inquinanti.
Il settimanale descrive il caso come “uno dei principali cartelli nella storia economica della Germania“.
Proprio in questi meeting, le aziende si sarebbero accordate per fissare standard di purificazione dei gas per i loro veicoli diesel, gettando così le basi di quello scandalo che sarebbe stato battezzato “dieselgate”. In particolare, a partire dal 2006, i colossi avrebbero discusso anche il costo dell’AdBlue, il sistema per il trattamento dei gas di scarico dei motori diesel.
Con gli accordi venivano decisi anche i costi dei componenti per la costruzione dei veicoli. Coinvolti 200 dipendenti, riuniti in 60 commissioni.
Immediata la reazione del mercato. La pubblicazione delle indiscrezioni viene seguita dal tonfo delle quotazioni dei 3 Big del settore automobilistico made in Germany.
Il Dax precipita ai minimi della sessione scivolando fino a -2%, e la rivelazione bomba di Der Spiegel alimenta l’attacco contro i principali titoli del settore auto quotati in Borsa.
Le azioni delle dirette interessate – Volkswagen, Daimler e BMW – crollano tra -3% e -4% -, con il sottoindice auto dello Stoxx 600 che capitola di oltre -3%.
Tra l’altro il magazine tedesco rivela ancheche, in una lettera inviata alle autorità competenti, lo scorso 4 luglio, Volkswagen ha riconosciuto di essersi resa colpevole di comportamenti contrari alla concorrenza.
Il portavoce del colosso tedesco dell’auto – a cui fanno capo anche i marchi Porsche e Audi – non ha al momento rilasciato dichiarazioni. Anche Daimler e BMW si sono chiuse nel silenzio