Deboli dati cinesi gravano sulle commodity currencies
Prosegue la fase difficile per le commodity currencies che oggi pagano i deboli riscontri arrivati dalla nuova tornata di dati cinesi relativi al mese di maggio che confermano i timori di una congiuntura più debole del previsto per la seconda economia mondiale.
Minimi dall’ottobre 2011 per il dollaro australiano sceso questa mattina sotto quota 0,94 (0,9398) rispetto al dollaro Usa e ora in area 0,9425. Il cosiddetto aussie è reduce dal pesante calo di oltre il 7% nel mese di maggio dettato proprio dai timori legati alla debole domanda cinese e le crescenti attese di ulteriori tagli del consto del denaro da parte della Reserve Bank of Australia (Rba) per dare maggiore sostegno all’attività economica. Intonazione negativa anche per il dollaro neozelandese che ha toccato oggi un minimo a 0,7821 rispetto al biglietto verde (livello più basso dal luglio scorso).
I dati di maggio arrivati nel weekend dalla Cina, principale partner commerciale dell’Australia, hanno evidenziato un rallentamento marcato per l’export e segno meno per l’import. L’export di maggio è risultato in crescita solo dell’1% annuo, ritmo più blando degli ultimi 10 mesi, e che si confronta con il +14,7% di aprile. In calo l’import è sceso dello 0,3%. Il consensus era per un +7,4% dell’export e +6,6% dell’import. Più debole delle attese anche la produzione industriale pari a +9,2% a maggio rispetto al +9,4% del consensus Bloomberg.