I dati macro spingono l’eurodollaro sopra 1,31
Seduta altalenante per l’eurodollaro. Dopo le prese di beneficio innescate dai timori legati al fiscal cliff, nella seconda parte il cambio tra la moneta unica e il greenback si è riportato sopra quota 1,31 (1,3108 in questo momento) in scia della pubblicazione degli aggiornamenti macro statunitensi.
In particolare evidenza i dati relativi l’andamento del secondario. A novembre la produzione industriale ha messo a segno un inatteso, almeno nelle proporzioni, incremento dell’1,1% mensile che ha spinto l’utilizzo della capacità produttiva al 78,4%. Nel primo caso gli analisti avevano previsto un +0,2% m/m mentre nel secondo il consenso era al 77,9%. Meglio del previsto anche la stima flash relativa il Pmi manifatturiero, passata da 52,8 a 54,2 punti.
In calo invece l’inflazione, scesa a novembre dello 0,3% mensile (consenso -0,2%). Segno più invece per il dato “core”, quello calcolato al netto delle variazioni registrate dai prodotti alimentari e da quelli energetici, cresciuto dello 0,1% (+0,2%).
I riflettori nel corso del weekend saranno puntati sul Giappone dove domenica sono in programma le elezioni parlamentari. Il grande favorito è il Liberal Democratic Party che ha già promesso una politica monetaria più espansiva dell’attuale per rilanciare l’economia.
La pressione ribassista sulla divisa nipponica questa mattina ha spinto il dollaro/yen a testare i nuovi massimi a 9 mesi a 83,95 yen. Livelli maggiori da inizio aprile anche per il cross con l’euro che nel corso della prima parte si è portato a ridosso di 110 a 109,97 yen.
“Un ampia maggioranza per il Ldp -si legge nella nota diffusa oggi da Rtfx- potrebbe continuare a penalizzare lo yen e a favorire le posizioni long nel cambio usdjpy, al contrario una maggioranza risicata potrebbe penalizzare la view rialzista”.