I dati macro spingono al ribasso l’eurodollaro
Seconda parte di seduta con il segno meno per la moneta unica. Dopo essersi spinto a ridosso di 1,33 a 1,3294, il cambio eurodollaro è stato penalizzato dalle indicazioni migliori delle attese arrivate dagli Stati Uniti. Attualmente per acquistare un euro sono necessari 1,3222 dollari.
“La tenuta del supporto a 1,3180 -rileva Filippo A. Diodovich, Market Strategist di IG- mantiene ancora inalterate le aspettative di crescita di breve”. “L’eventuale superamento di 1,3308 -continua l’analista- creerebbe i presupposti per un allungo in direzione di 1,3386, picco di fine marzo, e dell’ambizioso target a 1,3474, massimo annuale e 50% del ritracciamento di Fibonacci della discesa dai top del 2011, livello strategico anche in ottica di medio/lungo periodo”.
Nel terzo trimestre l’economia statunitense è cresciuta del 3,1% rispetto ai tre mesi precedenti (dato annualizzato), al di sopra sia del +1,3% del secondo trimestre e sia del +2/+2,7% della prima e della seconda stima.
Indicazioni migliori delle attese sono arrivate anche vendite case esistenti (salite ai massimi da tre anni a 5,04 milioni), dai prezzi delle abitazioni (+0,5% m/m) e dall’indice Philadelphia Fed (8,1 punti). Sostanzialmente in linea con le stime i dati relativi le nuove richieste di sussidio (361 mila) e il superindice (-0,2% m/m).