Danimarca: quarto taglio dei tassi da metà gennaio nel tentativo di tenere imbrigliata la corona
La Banca centrale danese ha operato oggi il quarto taglio dei tassi di interesse dalla metà dello scorso gennaio. Il tasso sui depositi delle banche, già in negativo, è stato portato a -0,75% da -0,5%. L’obiettivo è impedire alla corona danese di rivalutarsi troppo contro l’euro e mettere così sotto pressione la parte alta del canale dentro cui il cross è costretto a muoversi. Un altro caso di parità fissa messo a dura prova dal mercato dopo l’euro/franco svizzero. In particolare la corona danese può variare in un corridoio corridoio del 2,25% al rialzo o al ribasso da una parità centrale di 7,46038 corone per euro.
Il peg danese è finito sotto la lente d’ingrandimento dei mercati dopo la caduta della soglia di 1,20 nel cambio euro/franco svizzero, la cui difesa è stata abbandonata improvvisamente dalla Banca nazionale svizzera. La Banca centrale danese si trova ad affrontare ora problemi molto simili a quelli dell’Istituto centrale svizzero. A gennaio, in particolare è stato registrato un incremento a livelli record delle riserve in valuta estera. Il mercato sta quindi mettendo sotto pressione Copenhagen dopo aver costretto alla ritirata la Swiss national bank.
“Il tasso di cambio fisso è un elemento di politica monetaria indispensabile per la Danimarca ed è stato così fin dal1982” ha ribadito il banchiere centrale danese Lars Rohde. Prima dell’adozione dell’euro, infatti, la corona danese aveva come riferimento il marco tedesco. Rohde ha poi aggiunto che “la Banca nazionale danese ha gli strumenti necessari per difendere il tasso di cambio fisso fino a quando sarà necessario”.
Parole che suonano quasi sinistre dopo quanto accaduto in Svizzera. Solo pochi giorni prima dell’abbandono della parità fissa la Swiss national bank ne aveva ribadito la centralità nel quadro di politica monetaria della Federazione.