Notizie D. Choe: la stretta cinese è destinata a ripercuotersi sul dollaro australiano

D. Choe: la stretta cinese è destinata a ripercuotersi sul dollaro australiano

12 Novembre 2010 15:38

Dopo le rassicurazioni arrivate dai Ministri delle finanze di Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia e Spagna, che hanno ribadito che il fondo di stabilità, l’European Financial Stability facility, è destinato all’occorrenza a sostenere anche Dublino, la moneta unica è tornata guadagnare terreno sul valutario ed in questo momento per acquistare un euro sono necessari 1,3717 dollari (+0,7%), 112,91 yen (+0,7%) e 1,3882 franchi svizzeri (+0,6%).

La situazione era sembrata precipitare dopo i commenti del Cancelliere tedesco Angela Merkel secondo cui “ci potrebbe essere un conflitto tra gli interessi del mondo finanziario e gli interessi politici. Non possiamo continuamente dire ai nostri elettori che spetta ai contribuenti pagare per i rischi presi da chi si fa un sacco di soldi” . David Choe di IG Markets rileva che le “speculazioni sull’incapacità dell’Irlanda di far fronte alle sue obbligazioni ha indotto gli investitori a tenersi a distanza dagli asset rischiosi”.

Se per ora quindi l’allarme-Irlanda sembrerebbe rientrato, torna l’attualità economica, con il Pil dell’Eurozona salito dello 0,4% trimestrale (+0,7% per la Germania) e la produzione industriale che a settembre è scesa dello 0,9% mensile. Dagli Stati Uniti arrivati invece i 69,3 punti, sopra i 69 del consenso, della fiducia dei consumatori misurata dall’Università del Michigan.

La questione irlandese aveva trascinato al ribasso anche la sterlina, appesantita anche dal calo da 53 a 52 punti registrato dalla fiducia dei consumatori. Dopo aver toccato un minimo di seduta a 1,5985 in questo momento il cable scambia in rialzo dello 0,2% a 1,6133.

In calo invece il dollaro australiano, che quota 0,9908 dollari ed 1,3844 nel cross con la moneta unica. Come rileva Choe le “speculazioni secondo cui la Cina potrebbe alzare i tassi di interesse per domare l’inflazione si sono fatte sentire sull’aussie, dato che l’economia del Paese dipende molto dalle esportazioni delle sue risorse naturali”.