D. Choe: l’incertezza in Giappone penalizza lo Yen
L’euro-dollaro dopo una fiammata seguita alla pubblicazione del dato relativo le vendite al dettaglio torna sui minimi di seduta scambiando in questo momento a 1,3611. Ad ottobre le vendite al dettaglio statunitensi hanno messo a segno un sorprendente +1,2%, +40 pb rispetto alle attese. Si tratta di un dato decisamente importante (dalla componente consumi dipendono due terzi della crescita statunitense) che ha fatto passare in secondo piano il crollo a -11,14 punti dell’indice che testa il polso all’attività manifatturiera dell’area di New York, l’Empire Manufacturing. Da poco annunciata la crescita, +0,9%, delle scorte delle imprese a settembre (consenso +0,6%).
In Europa invece è sempre la questione irlandese a tenere banco. Funzionari del governo irlandese hanno negato di aver richiesto aiuti finanziari da fonti esterne in quanto il paese è pienamente in grado di finanziarsi sino a giugno 2011. Dominique Strauss-Kahn, Managing Director del FMI, ha comunque ribadito che se “gli irlandesi dovessero richiedere il supporto del FMI, quest’ultimo si dichiara pronto ad accogliere tale richiesta”. Secondo quanto si legge nel Forex Focus di IG Markets, alcuni quotidiani irlandesi hanno rilanciato la notizia secondo cui il governo starebbe valutando l’opportunità di annunciare la manovra finanziaria una settimana prima del previsto al fine di rassicurare i mercati. Ovviamente, come rileva anche Citigroup, un eventuale pacchetto di salvataggio per l’Irlanda eserciterebbe un effetto rialzista sull’euro in quanto eliminerebbe i rischi di default nel breve che al momento pesano sul prezzo della moneta unica.
Il biglietto verde guadagna terreno anche nei confronti dello yen, portando il cross a 82,910 (+0,5%). La divisa nipponica arretra nonostante nel terzo trimestre il Pil giapponese abbia segnato un progresso dello 0,9% rispetto al trimestre precedente e del 3,9% su base annuale. Le attese erano per un aumento dello 0,6% t/t e del 2,5% a/a. Indicazioni invece deludenti dalla produzione industriale, scesa a settembre dell’1,6% mensile (+11,5% a/a).
David Choe di IG Markets rileva che il dato sulla crescita è stato ridimensionato “dall’incertezza che circonda l’economia del paese del Sol levante. L’eccessiva dipendenza dell’economia giapponese dalle esportazioni pone il paese in balìa della domanda proveniente dai suoi partner commerciali. In generale, le esportazioni nette non hanno contribuito alla crescita del terzo trimestre, alimentando i timori di alcuni analisti che prevedono una contrazione dell’economia giapponese nel corso del quarto trimestre. Se lo yen continua a rafforzarsi, la dipendenza dalle esportazioni potrebbe davvero risentirne”.