La crisi da mille miliardi di dollari
Il peggio è passato, anzi il peggio deve ancora venire. Il Fondo monetario internazionale nel rapporto Global Financial Stability, non si fa incantare dalla reazione dei mercati azionari che ha caratterizzato le ultime settimane e getta un ombra sullo scenario del credito e della crisi finanziaria ed economica per i prossimi mesi.
Secondo gli economisti di Washington il bilancio finale della tempesta sarà superiore a quello di qualsiasi altra crisi mai affrontata e si aggirerà nell’intorno dei mille miliardi di dollari. Se si considera che allo stato attuale le svalutazioni legate ai mutui subprime e ai prodotti derivati (cds e cdo) rese note dalle banche si aggirano poco sopra i 230 miliardi di dollari è arduo affermare che il peggio sia dietro le spalle. La metà circa di queste perdite sarà a carico del settore bancario, il resto sarebbe suddiviso tra compato assicurativo, hedge fund, fondi pensione e altre istituzioni che operano nel mondo della finanza. La cifra, ha precisato il fondo monetario internazionale, corrisponde al valore di mercato di prodotti derivati che hanno subito pesanti svalutazioni o a rischio di subirle ed è stata rilevata nel mese di marzo.
Per aggiungere sale sulle ferite della peggiore crisi finanziaria mai affrontata, gli esperti dell’Fondo sottolineano che gli effetti saranno pesanti anche sul resto dell’economia e non limitati al comparto della finanza e del credito. Per Jamie Caruana, capo della divisione mercati dell’Fmi e curatore del rapporto, “lo shock creditizio è destinato ad allargarsi” e “i mercati restano sotto stress” con “una caduta dei prezzi delle attività e una situazione macroeconomica che si è fatta più difficile”. La conferma delle ripercussioni sull’economia globale viene proprio dalla Federal Reserve, criticata da Caruana insieme ad altre istituzioni per aver tardato ad accorgersi della gravità della crisi.
Nelle minute della riunione del Comitato di politica monetaria tenutosi il 18 marzo scorso, i membri della Banca centrale americana parlano di possibile fase di “depressione economica, prolungata e severa”, certificando in pratica l’attesa di una contrazione del prodotto interno lordo nel primo semestre dell’anno.
Tra le ricette indicate dagli esperti del fondo per superare le attuali difficoltà, la ricostruzione di una fiducia ridotta ai minimi termini, che dovrebbe derivare da un’operazione trasparenza da parte del mondo bancario. Invocazione alla trasparenza che è arrivata in precedenza anche da altre fonti ma chje finora non è stata ascoltata. Inoltre, secondo il Fondo monetario internazionale, le banche centrali dovranno esercitare una più attenta attività di controllo mediante “accesso alle informazioni sui singoli istituti per poter giudicarne con indipendenza lo stato di salute” senza tuttavia sconfinare in una regolamentazione troppo soffocante che potrebbe avere come conseguenza un’ulteriore restrizione nell’erogazione del credito e quindi maggiori freni sulla crescita economica.