La corsa della Cina rallenta, delusi i mercati e gli analisti
Le fiamme del Paese del Dragone si raffreddano con dati macro deboli che deludono le attese degli analisti: il Pil relativo al secondo trimestre e la produzione industriale a giugno hanno rallentato insieme alle vendite al dettaglio, gettando l’ombra sulla ripresa economica globale e deprimendo i mercati. Unica nota positiva è che le misure restrittive del governo finora applicate sul settore finanziario e immobiliare per calmierare i prezzi e tenere sotto controllo la crescita hanno avuto i loro effetti.
Il Pil nel secondo trimestre 2010 ha segnato un +10,3% contro la crescita dell’11,9% del primo trimestre. Il dato è sotto le attese che indicavano un rialzo del 10,5%. Delusione anche per il dato sulla produzione industriale che a giugno è aumentata del 13,7% su base annuale, contro il precedente +16,5% e un consensus al +15,1%. E ancora, le vendite al dettaglio sono sì salite a giugno registrando un rialzo del 18,3% su base annuale, però meno rispetto a maggio quando erano aumentate del 18,7% e delle attese ferme a un +18,8%. Infine, anche l’inflazione ha frenato, con l’indice dei prezzi al consumo che ha segnato a giugno un +2,9% rispetto al +3,1% del mese precedente. Gli analisti si aspettavano addirittura una crescita dell’indice del 3,3%.
In scia ai dati macro snocciolati questa mattina, i mercati azionari asiatici si deprimono. La Borsa di Shanghai ha terminato in deciso calo (lo Shanghai Composite ha ceduto l’1,87%), con vendite sostenute sui titoli minerari e industriali. Pesante anche la piazza di Hong Kong che ha chiuso poco fa con l’indice Hang Seng in ribasso dell’1,5%.
La reazione è arrivata anche dagli analisti. Rbs ha tagliato le stime di crescita della Cina al +10% dal precedente +11% per l’anno in corso e ha abbassato anche le previsioni per il prossimo anno: +9% da +9,5%. “Il ritmo di crescita al 10,3% del Pil è storicamente alto, tuttavia se questo trend di minore crescita continuasse anche nel secondo semestre del 2010, l’economia cinese potrebbe svenire durante l’estate”, commentano oggi gli esperti di Société Générale.