Continua la marcia del dollaro
Dura poco la fase di consolidamento del biglietto verde. Dopo essersi preso una breve pausa nel corso della seduta asiatica, l’indice del dollaro torna a salire mettendo a segno il terzo incremento giornaliero consecutivo e portando il guadagno settimanale sopra quota 2%. Nel corso della settimana il rafforzamento del greenback ha fatto scendere l’eurodollaro di oltre un punto e mezzo percentuale mentre il cross con lo yen grazie a un +3,4% è tornato sopra quota 98 yen.
Mercoledì scorso il chairman della Federal Reserve, Ben Bernanke, ha delineato i contorni dell’exit strategy a stelle e strisce: nel caso in cui la congiuntura non dovesse peggiorare, il piano di acquisto asset sarà ridotto a partire dal quarto trimestre 2013 per interrompersi, tasso di disoccupazione permettendo, a metà 2014.
“È evidente che un mercato che si è sostenuto sulla droga somministrata a grandi dosi dalla Fed si trovi in pericolosa crisi di astinenza alla sola aspettativa che questa verrà a mancare, o comunque a ridursi”, ha detto Davide Marone, analista valutario di DailyFX, il portale di analisi di Fxcm Italia.
Le vittime sacrificali dell’exit strategy targata Fed sono state le commodity currencies, le valute legate all’andamento delle materie prime. Il dollaro australiano e quello neozelandese chiudono l’ottava con un rosso di oltre quattro punti percentuali mentre il loonie, la divisa canadese, è sceso di quasi il 3%. Settimana all’insegna delle vendite anche per due valute rifugio del calibro dello yen (-3,3%) e del franco svizzero (-1,4%) mentre la moneta unica ha lasciato sul campo l’1,6%.