Confindustria promuove il Def a metà: salutare l’accelerazione riformatrice, va fatto di più su costo lavoro
Il Documento di Economia e Finanza va nella giusta direzione, ma bisogna fare di più su costo del lavoro e investimenti. E’ questa la presa di posizione di Confindustria all’indomani dell’approvazione del DEF 2014. “In base alle informazioni al momento in nostro possesso – rimarca una nota di viale dell’Astronomia – il DEF traccia una salutare accelerazione riformatrice per il paese, a partire dal riassetto istituzionale, coerente con gli indirizzi annunciati dal Governo al momento del suo insediamento”.
Secondo l’associazione degli industriali l’attuazione sarà ora il banco di prova fondamentale e richiederà un impegno deciso del Governo affinché le misure programmate non finiscano nel limbo degli annunci e possano dare vita ad un progetto di sviluppo e di cambiamento realmente strutturale.
Secondo l’associazione degli industriali l’attuazione sarà ora il banco di prova fondamentale e richiederà un impegno deciso del Governo affinché le misure programmate non finiscano nel limbo degli annunci e possano dare vita ad un progetto di sviluppo e di cambiamento realmente strutturale.
Riduzione Irap solo un timido primo passo
Confindustria ritiene un passo troppo timido la riduzione dell’Irap pari al 10% annuo a regime, e dunque ad un importo minore nel 2014. “Non può che essere un primo segnale – rimarca l’associazione guidata da Giorgio Squinzi – cui dovrà necessariamente seguire una riduzione strutturale e sostanziale del costo del lavoro pagato dalle imprese, vero nodo da sciogliere per favorire la ripresa. Resta, inoltre, il timore che l’aumento della tassazione sulle rendite finanziare a copertura del taglio dell’Irap possa penalizzare l’accesso delle imprese a canali di finanziamento alternativi a quello bancario, in una fase di persistente contrazione del credito. E proprio per riattivare la liquidità, sarà decisivo il capitolo dei pagamenti dei debiti PA. Va al più presto completata l’operazione di smaltimento dell’arretrato e posti paletti affinché non si ripetano mai più simili situazioni”. Apprezzato quindi l’impegno del governo ad impiegare ulteriori 13 miliardi in aggiunta ai 47 già stanziati.
Confindustria ritiene un passo troppo timido la riduzione dell’Irap pari al 10% annuo a regime, e dunque ad un importo minore nel 2014. “Non può che essere un primo segnale – rimarca l’associazione guidata da Giorgio Squinzi – cui dovrà necessariamente seguire una riduzione strutturale e sostanziale del costo del lavoro pagato dalle imprese, vero nodo da sciogliere per favorire la ripresa. Resta, inoltre, il timore che l’aumento della tassazione sulle rendite finanziare a copertura del taglio dell’Irap possa penalizzare l’accesso delle imprese a canali di finanziamento alternativi a quello bancario, in una fase di persistente contrazione del credito. E proprio per riattivare la liquidità, sarà decisivo il capitolo dei pagamenti dei debiti PA. Va al più presto completata l’operazione di smaltimento dell’arretrato e posti paletti affinché non si ripetano mai più simili situazioni”. Apprezzato quindi l’impegno del governo ad impiegare ulteriori 13 miliardi in aggiunta ai 47 già stanziati.
Confindustria valuta poi positivamente l’attenzione dedicata al Fondo di Garanzia per le pmi, alla nuova Sabatini, allo sviluppo di strumenti finanziari alternativi al credito e la proposta di promuovere la patrimonializzazione delle imprese in particolare rifinanziando l’ACE. Bene anche la flessibilità sull’utilizzo dei Fondi strutturali a sostegno degli investimenti. “Non sembra, invece, esserci un analogo impegno nel settore degli investimenti pubblici in infrastrutture – continua Confindustria – in cui non si registrano sostanziali segnali di inversione di tendenza rispetto alla notevole riduzione delle risorse verificatasi negli scorsi anni . Anche nel settore dello sviluppo sostenibile le misure previste non appaiono coerenti con gli obiettivi di efficienza energetica e di crescita della green economy previsti dai target europei per il 2020”. Infine giudizio positivo sull’impegno del Governo a rendere la spending review un esercizio permanente, in grado di portare a una riduzione strutturale della spesa pubblica, attraverso un miglioramento dei processi e delle organizzazioni delle PA.