Con detrazioni Irpef forte spinta a consumi soprattutto per cibo, mobilità e abbigliamento

Le buste paga più pesanti dal prossimo mese di maggio per circa 10 milioni di italiani permetteranno un primo rilancio dei consumi soprattutto per settori chiave quali l’alimentare, il trasporto e l’abbigliamento.
I lavoratori dipendenti italiani con un reddito inferiore ai 25.000 euro, secondo quanto stimato dalla CGIA, destineranno quasi 9 miliardi dei 10 miliardi complessivi di detrazioni per fare nuovi acquisti. La stima si basa sull’analisi dei dati relativi alla propensione media al consumo delle famiglie degli operai e degli impiegati che beneficeranno dei tagli dell’Irpef.
Pertanto se le famiglie interessate dalla sforbiciata dell’Irpef manterranno una propensione al consumo media individuata sulla base dell’ultima indagine campionaria che, secondo la Banca d’Italia, è pari all’88,6%, dei 10 miliardi in più che questi italiani riceveranno in busta paga, 8,86 saranno spesi per fare nuovi acquisti, mentre i restanti 1,14 miliardi verranno risparmiati.
Alimentari e bevande prima di tutto, ma anche trasporti e abbigliamento
Dove si dirigeranno questi quasi 9 miliardi? “Innanzitutto gli alimentari e le bevande – fa sapere il segretario della CGIA, Giuseppe Bortolussi – . La spesa per questo settore aumenterà di oltre 2,3 miliardi di euro. Altri 2 miliardi interesseranno i trasporti e quasi 1,3 miliardi gli altri beni e servizi che includono gli acquisti dei prodotti e dei servizi per la cura della persona, i pasti fuori casa, alberghi, etc. L’abbigliamento e le calzature registreranno un aumento pari a 670 milioni, mentre i mobili e gli elettrodomestici per la casa un incremento di 588 milioni di euro”.
Dove si dirigeranno questi quasi 9 miliardi? “Innanzitutto gli alimentari e le bevande – fa sapere il segretario della CGIA, Giuseppe Bortolussi – . La spesa per questo settore aumenterà di oltre 2,3 miliardi di euro. Altri 2 miliardi interesseranno i trasporti e quasi 1,3 miliardi gli altri beni e servizi che includono gli acquisti dei prodotti e dei servizi per la cura della persona, i pasti fuori casa, alberghi, etc. L’abbigliamento e le calzature registreranno un aumento pari a 670 milioni, mentre i mobili e gli elettrodomestici per la casa un incremento di 588 milioni di euro”.
Da maggiori consumi spinta decisiva al Pil
I consumi delle famiglie rappresentano la principale componente del nostro Pil. Nel 2013 i consumi hanno rappresentato il 60 per cento della ricchezza prodotta in Italia (935 miliardi di euro correnti a fronte di un Pil di 1.560 miliardi di euro correnti).
I consumi delle famiglie rappresentano la principale componente del nostro Pil. Nel 2013 i consumi hanno rappresentato il 60 per cento della ricchezza prodotta in Italia (935 miliardi di euro correnti a fronte di un Pil di 1.560 miliardi di euro correnti).
Dall’inizio della crisi alla fine del 2013, spiega la Cgia, i consumi delle famiglie italiane al netto dell’inflazione sono crollati del 7,6 per cento. Ciò vuol dire che la spesa, in valore assoluto, è diminuita di 66,5 miliardi di euro. A subire la contrazione più forte sono stati i beni durevoli: tra il 2007 e il 2013 la contrazione è stata del 28,1 per cento. “Renzi – conclude Bortolussi – ha fatto bene a lasciare più soldi in tasca ai redditi più bassi. Solo rilanciando la domanda interna abbiamo la possibilità far ripartire la nostra economia, aiutando anche i lavoratori autonomi, gli artigiani, i commercianti e i piccoli imprenditori che vivono quasi esclusivamente dei consumi dei territori in cui operano”.