Commodity della settimana: uranio, tra tensioni geopolitiche e domanda energetica crescente
L’uranio, una delle materie prime più strategiche a livello globale, sta vivendo un periodo di rinnovata attenzione. Il 2024 è stato un anno caratterizzato da una crescita della domanda energetica e da forti tensioni geopolitiche, che hanno impattato direttamente sul mercato di questa commodity. Gli sviluppi recenti, tra cui restrizioni all’esportazione da parte della Russia, le turbolenze in Niger e le nuove centrifughe annunciate dall’Iran, stanno contribuendo a mantenere alta la volatilità dei prezzi. Vediamo nel dettaglio i fattori chiave che stanno influenzando il mercato dell’uranio.
Un mercato al centro di tensioni e crescente pressione
Torna al centro dell’attenzione l’uranio, in un 2024 in controtendenza rispetto agli anni precedenti caratterizzati da elevata crescita, grazie a nuovi risvolti geopolitici e commerciali che potrebbero farne riprendere la corsa. L’uranio è infatti il combustibile chiave per i reattori nucleari ed il crescente impegno dei governi verso la transizione energetica ne sta alimentando la domanda. Grandi economie come Cina ed India stanno accelerando la costruzione di nuovi impianti nucleari, mentre paesi come Francia e Giappone stanno rinnovando il proprio parco reattori per garantirsi una fonte stabile di energia. Questo trend riflette una strategia di lungo periodo: l’energia nucleare di ultima generazione è considerata essenziale per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione globale. Uno scenario di questo tipo potrebbe impattare in modo rilevante sui prezzi futuri della materia prima a causa di nuove forti correnti in acquisto a sostenerne la domanda.
Sul lato dell’offerta, inoltre, tiene banco il recente colpo di stato in Niger, tra i principali produttori di uranio globali, il quale ha alimentato l’incertezza nel mercato. La Francia, strettamente legata alle risorse minerarie del paese africano, ha dovuto affrontare una riduzione delle esportazioni, sollevando dubbi sulla sicurezza dell’approvvigionamento per il mercato europeo. Parallelamente, la decisione della Russia di limitare temporaneamente le esportazioni di uranio arricchito verso gli Stati Uniti potrebbe causare pressioni sull’industria energetica americana e globale. La condizione in cui versa l’offerta di uranio rappresenta un ulteriore scoglio per il prezzo della materia prima, in quanto unitamente alle crescenti correnti in acquisto si aggiunge la pressione dei produttori che potrebbe far schizzare nuovamente il prezzo.
Ancora instabilità con il caso Iran
L’Iran ha recentemente annunciato l’attivazione di nuove centrifughe avanzate per l’arricchimento dell’uranio, in risposta ad una risoluzione dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA). Questo sviluppo ha sollevato preoccupazioni internazionali, poiché l’arricchimento di uranio a livelli elevati è una questione sensibile, soprattutto per le implicazioni legate alla proliferazione nucleare. Sebbene l’Iran non sia un grande esportatore di uranio, la mossa aggiunge ulteriore pressione a un mercato già influenzato da dinamiche geopolitiche complesse, aumentando le incertezze sia sull’offerta che sulle relazioni internazionali.
Il punto tecnico sul grafico del future dell’uranio
Future dell’uranio in balia della volatilità in linea con un 2024 dal trend marcatamente negativo. Una performance sul COMEX che da inizio anno segna un -15% circa, dopo che il prezzo a fine 2023 era tornato su livelli di massimo relativo a 17 anni. Alternando momenti di sali e scendi, non sembra ancora essere maturata la forza sufficiente per tentare di invertire nuovamente il trend e riprendere la corsa verso quota $ 100/libbra.
Dopo un periodo di forti rialzi che hanno portato l’uranio a raggiungere livelli sui massimi relativi dal 2007 sopra i $ 106 dollari/libbra, il mercato sta attraversando una fase di correzione. Il ritracciamento in atto si sviluppa in un movimento contenuto da un canale discendente (in bianco), segnalando una pausa nel trend rialzista dominante che persisteva dal 2022. Attualmente, il prezzo si trova sul limite inferiore del canale discendente, un movimento tipico dei mercati in fase di consolidamento dopo una corsa significativa. La tenuta di questo supporto sarà tuttavia cruciale per capire se il trend rialzista di lungo termine sia ancora intatto o se invece la pausa possa essere più profonda rispetto a quanto visto fino ad ora. Al momento, nonostante il prolungarsi della scia ribassista, lo scenario principale più probabile suggerisce una continuazione del trend positivo coerentemente con la distanza verticale tra la serie storica dei prezzi e le trendline (in blu) sottostanti. Una continuazione dello stesso potrebbe configurarsi qualora venisse registrata la rottura del limite superiore del canale, andando a confermare la presenza di un bullish wedge ed aprendo a scenari rialzisti su livelli ben più elevati rispetto alle prime resistenze statiche in area $ 100-106/libbra.
Sul fronte del grafico RSI a 14 periodi potrebbero giungere i segnali necessari per comprendere la direzione della prossima movimentazione. Sebbene il livello attuale dell’oscillatore si aggiri intorno a quota 40, suggerendo che il mercato potrebbe risultare ancora incerto per qualche periodo, si segnala il tentativo di rottura della resistenza dinamica (in verde) e di quella statica (in viola). Qualora le prossime sedute registrassero una conferma sopra a questi livelli si potrebbe preannunciare un prossimo tentativo di attacco al limite superiore del canale sul grafico dei prezzi, coerentemente allo scenario geopolitico in configurazione. Attenzione allora ai prossimi sviluppi in attesa di comprendere la reazione del mercato all’eventuale approccio dei livelli chiave.