Commodity della settimana: rimbalzo in atto per il palladio, ma è sostenibile?
Occhi puntati sul palladio, dopo una settimana in cui il future quotato al NYMEX ha subito un’accelerata nei prezzi registrando nuovi massimi relativi a due mesi. Si tratta di un’inversione significativa o solamente di una pausa di riflessione dopo una discesa che proseguiva senza sosta dai massimi di marzo 2022? Nonostante continui il dualismo con il platino nel settore dell’automotive, il palladio rimane uno dei principali elementi chiave, ma con delle importanti implicazioni in ottica transizione energetica, dove domanda e offerta continuano a mostrare segnali contrastanti con potenziali ripercussioni sul prezzo di questa materia prima.
I fattori che influiscono sul mercato del palladio
Un outlook non del tutto incoraggiante per il palladio, il quale si trova a fare i conti con un rivale, il platino, che a parità di prezzo offre caratteristiche intrinseche decisamente migliori nelle principali destinazioni d’uso. Ecco allora che, in un momento cruciale per la transizione energetica, lo scenario di mercato del palladio si arricchisce di volatilità ed incertezza, le quali si aggiungono ad un contesto che vede la Russia ancora come principale produttore mondiale. Quest’ultima fornisce circa il 40% dell’offerta mondiale ma a causa delle sanzioni internazionali e dell’incertezza geopolitica legata alla guerra in Ucraina ha rallentato i processi produttivi. Anche il Sudafrica, secondo maggiore produttore, continua a lottare con problemi di instabilità energetica, che ne hanno ridotto l’output. Si delinea quindi un contesto di mercato dell’offerta in sofferenza con una carenza media stimata in un deficit di 1,28 milioni di once generando forte pressione sui prezzi, nonostante l’incremento della produzione da riciclo.
Dal lato della domanda, l’industria automobilistica rappresenta oltre il 70% del consumo globale di palladio, poiché essenziale nei convertitori catalitici dei veicoli a benzina. Tuttavia, con la transizione verso i veicoli elettrici, si prevede una diminuzione della domanda di palladio nel lungo periodo giocando a favore di quella del platino. Nel 2024, si prevede che la domanda proveniente dal settore automotive rimanga stabile intorno a 8,45 milioni di once, su un consumo totale di circa 10 milioni di once. Tuttavia, la transizione green, soprattutto in mercati chiave come la Cina, sta riducendo la domanda complessiva di palladio. Lo scenario sul fronte dei consumi permette pertanto di mitigare in buona parte la carenza di offerta raffreddando la pressione sul prezzo.
Le prospettive future gettano tuttavia le basi per un outlook nel complesso che dovrebbe rimanere abbastanza stabile nel breve termine ma con potenziali ribassi ampliando l’orizzonte temporale, soprattutto qualora anche il contesto macroeconomico non venga in soccorso di questo metallo prezioso.
Il punto tecnico sul future del palladio
Un outlook tecnico che non va di pari passo con le prospettive fondamentali per il palladio, il cui future quotato al NYMEX presenta importanti segnali di ripresa. Una performance che dai minimi toccati con il sell-off del 5 agosto registrano un +19% circa ed una corrente rialzista che continua a spingere in modo significativo.
Da un punto di vista grafico il recente movimento di inversione comincia ad assumere dei connotati diversi dal mero “rimbalzo tecnico”, in quanto si sono formati importanti segnali sia sulla serie storica, sia sull’oscillatore RSI a 14 periodi.
In primo luogo, si segnala la rottura della trendline discendente (in blu) di medio periodo, la quale persisteva dai massimi di marzo 2022. Dopo un primo tentativo, seguito anche da successive conferme a luglio 2024, il prezzo non è stato sostenuto dai principali livelli di supporto, pertanto dopo la rottura è tornato velocemente all’interno del range del canale ribassista. La rottura avvenuta il 14 agosto, invece, oltre alle conferme delle chiusure successive sopra la resistenza dinamica, gode di ulteriore significatività grazie al test prontamente respinto dal supporto della trendline e dal supporto statico (in giallo) in area $ 899/oncia. Questo movimento ha dato l’impulso necessario per la rottura delle resistenze sui livelli superiori in area $ 926,5/oncia e $ 1.000/oncia (quest’ultima in attesa di conferme).
Oltre a godere di un discreto sostegno in termini di volumi, il rialzo di questo periodo gode di significatività anche in termini di RSI. Su quest’ultimo si segnala in primis la presenza di divergenza con il grafico dei prezzi nella formazione dei minimi del movimento ribassista. Inoltre, i principali rally al rialzo sono avvenuti in concomitanza delle importanti rotture dei supporti statici (in viola) sull’oscillatore.
La palla passa all’economia reale, le cui destinazioni d’uso andranno ad influenzare in modo decisivo il destino di questo bene, anche se la sensazione è che sia ancora troppo presto per lasciarlo in magazzino.