Commodity della settimana: grano, incertezza ancora elevata. Quali gli effetti sul future?
Ennesima settimana di ribassi per il mercato del grano che fatica a riprendersi dopo il rally messo a segno dal prezzo del future quotato al CBOT da metà marzo 2024 alla fine di maggio. Dopo aver chiuso con un -8,39% la seduta settimanale del 17 giugno e un complessivo -20% da inizio mese, rimangono ancora elevata la volatilità a causa del persistere del conflitto russo-ucraino. Emergono inoltre notizie contrastanti dalla pubblicazione dei dati USDA (United States Department of Agricolture) riguardo le stime sulla produzione e domanda globali di grano. Questi i principali driver nella stagione di riferimento della commodity.
Prospettive globali ancora deboli: dati poco incoraggianti dall’Europa
Prospettive deboli per il grano in termini di forniture, consumi, commercio e scorte finali. Rimangono ancora bassi i consumi e la principale conseguenza del calo (complessivamente previsto in flessione di 4,3 milioni di tonnellate) potrebbe comportare una potenziale riduzione nella domanda, esercitando una pressione al ribasso sui prezzi. Tuttavia, l’uso del grano come mangime sta diventando generalmente meno diffuso, risultando marginale nelle correnti di formazione dei prezzi.
In questo scenario assumono maggior rilevanza il commercio mondiale di grano, anch’esso previsto in calo di 3,2 milioni di tonnellate, con le esportazioni dalla Russia e dall’Ucraina in diminuzione, e le scorte, anch’esse previste in diminuzione di 1,3 milioni di tonnellate nel biennio 2024/2025. Queste riduzioni non sono ancora state completamente compensate dagli aumenti della produzione e delle esportazioni da parte dei Paesi UE e degli Stati Uniti. La minore disponibilità di grano per il commercio globale potrebbe pertanto creare tensioni sui prezzi, contribuendo ad un potenziale aumento della volatilità.
Controtendenza USA: in aumento produzione, scorte ed esportazioni
Dalla pubblicazione del report dell’USDA si evincono dati dagli Stati Uniti in controtendenza rispetto all’Europa. Le scorte di grano sono previste in aumento, grazie ad una produzione totale stimata a 1,875 miliardi di bushel, con un incremento di 0,5 bushel rispetto alle previsioni precedenti. Questa maggiore disponibilità negli Stati Uniti dovrebbe avere un effetto sui prezzi interni a breve termine grazie alla maggiore offerta. Principale conseguenza è il beneficio in termini di esportazioni, le quali sono aumentate a 800 milioni di bushel e che potrebbero bilanciare questa tendenza negativa in atto, sostenendo i prezzi.
Punto tecnico sul grafico del future del grano
Future del grano che registra nel mese di giugno una performance altamente negativa in previsione della stagione dei raccolti. A fare da protagonista è stata soprattutto la volatilità, dal momento che da inizio anno il prezzo della commodity ha fluttuato in un range del 27,2% circa, compreso tra i picchi di $720’0-523’4 cent/bushel.
Sui massimi relativi raggiunti nel mese di maggio gli spunti tecnici suggerivano un rallentamento generalizzato del movimento impulsivo partito verso la fine di marzo, registrando un’evidente divergenza tra grafico dei prezzi e grafico dell’RSI a 14 periodi. Su quest’ultimo inoltre, si è registrata la rottura della trendline (in rosso), alla quale fa seguito il repentino crollo dei prezzi che ha caratterizzato la maggior parte delle sedute del mese di giugno. L’oscillatore è inoltre capitolato in zona di ipervenduto sul timeframe daily a conferma della significativa spinta ribassista delle correnti in vendita.
Nonostante questo, sul grafico si è generata la formazione di un potenziale pattern di bullish flag di continuazione rialzista del precedente movimento impulsivo, ma del quale, tuttavia, si necessitano ancora delle conferme. La correzione in questo caso è infatti stata particolarmente significativa, con un crollo di circa il 20% nell’ultimo mese.
Sotto la lente di ingrandimento in questo caso dovranno quindi finire i principali livelli di supporto e resistenza per capire se il pattern possa essere confermato o se, viceversa, vi siano le prospettive di un’inversione di trend di medio periodo con tendenza ribassista. Per comprendere quale sarà il prossimo scenario, resta di fondamentale importanza focalizzarsi sulle aree di supporto e resistenza dei livelli attuali per confermare la direzionalità nel breve termine. Attenzione quindi al supporto statico (in giallo) in area $555’0 cent/bushel, il quale se dovesse essere confermato al ribasso invaliderebbe il pattern di bullish flag e proietterebbe il prezzo al test della trendilne di breve periodo e del supporto in area $535’0 cent/bushel. Al contrario, un eventuale rimbalzo sul primo supporto statico potrebbe essere decisivo per la spinta rialzista che potrebbe portare alla rottura della resistenza statica in area $577’5 cent/bushel confermando il pattern e proiettando il prezzo sui massimi relativi in area $711’5 cent/bushel.
Meritevole di attenzione è lo scenario di lungo periodo che deriva dallo zoom-out sul grafico weekly dove si evince la presenza di un potenziale pattern rialzista chiamato “cup and handle” che proietterebbe invece il prezzo alla caccia dei massimi storici su un livello di $1349’4 cent/bushel confermando un trend storico fortemente rialzista. Si necessitano tuttavia conferme in rottura dei principali livelli di resistenza che possano validare lo scenario tracciato.
Volatilità pertanto che si conferma protagonista per questo asset, il quale rimane particolarmente suscettibile agli scenari geopolitici ed alle condizioni climatiche che ne influenzano altamente le performance. Sulla base di quanto emerso dalle prospettive del report USDA, i dati grafici potranno aiutare gli operatori a gestire l’incertezza che deriva dal mercato.