Commodity della settimana: gas naturale TTF corre sui massimi da novembre 2023 con pressione di acquisto in aumento
Commodity della settimana il gas naturale, con il TTF europeo che torna su livelli di massimo relativo che non si vedevano da novembre 2023. L’elezione di Donald Trump a Presidente del governo Usa, gli stimoli all’economia cinese e l’avvicinarsi dell’inverno emergono come i principali fattori che potrebbero incidere sull’andamento del mercato nel prossimo futuro. Permane inoltre l’ombra dei contesti geopolitici caratterizzati dalla presenza di conflitti bellici in alcuni dei principali territori produttori di gas naturale, in primis la Russia. Clima mite e scorte ben fornite placano, almeno per il momento, le pressioni in acquisto.
Gas Naturale: stimoli cinesi ed effetto Trump a condizionare domanda ed offerta
Il treno del gas naturale sembra essere ripartito, con una performance del future TTF quotato all’ICEEUR che al momento segna un +40% circa ytd. Nel corso del 2024, la domanda globale di gas naturale ha registrato una crescita, trainata principalmente dall’Asia, che ha contribuito ad oltre la metà dell’incremento della domanda mondiale. A fare da locomotiva ci sono Cina ed India, i due colossi asiatici hanno registrato un aumento del consumo di gas naturale rispettivamente del 5% e del 4% rispetto all’anno precedente. La nuova politica accomodante per l’economia cinese potrebbe risultare un nuovo driver per la domanda, andando a sostenere i settori relativi alla continua urbanizzazione e dell’espansione industriale.
Anche dal fronte europeo, la domanda industriale ha mostrato segnali di ripresa grazie alla normalizzazione dei prezzi, pur rimanendo al di sotto dei livelli pre-crisi. Rimangono particolarmente floridi i livelli di stoccaggio che, combinati a condizioni climatiche invernali più miti rispetto al passato, hanno contribuito a mantenere contenute le pressioni sul prezzo, in un contesto di domanda mondiale in aumento.
Dal lato dell’offerta, la produzione globale di gas naturale negli Stati Uniti è prevista in lieve calo, passando da 103,8 miliardi di piedi cubi al giorno (bcfd) nel 2023 a 103,4 bcfd nel 2024. Questo rappresenta la prima diminuzione dal 2020, attribuita a una riduzione delle attività di perforazione dovuta ai bassi prezzi del gas registrati a marzo 2024, ma che potrebbe tornare ad impennarsi con il Trump-bis. Tra i titoli a beneficiare maggiormente della sua rielezione si trovano anche gli energivori: la nuova amministrazione potrebbe infatti incentivare l’espansione della produzione di combustibili fossili, in particolare petrolio e gas naturale, attraverso la rimozione di restrizioni climatiche e la promozione della produzione energetica nazionale. Questo potrebbe tradursi in un aumento delle esportazioni statunitensi di GNL verso l’Europa, contribuendo a diversificare le fonti di approvvigionamento e a ridurre la dipendenza dal gas russo. A beneficiare di tale contesto potrebbe essere principalmente l’Europa, in quanto, sul fronte orientale, la Russia ha subito una contrazione significativa nel 2024, con una diminuzione del 10% rispetto all’anno precedente. Questo calo è principalmente dovuto alle sanzioni internazionali e alla riduzione delle esportazioni verso il vecchio continente.
Il punto tecnico sul grafico del future TTF
Un outlook grafico per il future del gas naturale del benchmark europeo, il TTF quotato sull’ICEEUR, che si presenta in conferma delle pressioni in acquisto che hanno caratterizzato il 2024. L’ultima settimana soprattutto, è risultata decisiva per tornare a toccare livelli di massimo relativo a dodici mesi registrando uno sprint che dice +14% circa.
Il prezzo del future è virato nuovamente al rialzo dopo aver rotto la bullish flag commentata ad inizio ottobre, confermando il trend rialzista di medio periodo. Dopo un breve periodo di accumulazione al di sotto della resistenza statica (in giallo) in area € 40,396/MWh il prezzo ha successivamente attaccato e superato tale soglia. Salvo un rapido tentativo di correzione configuratosi a seguito del test sulla trendline (in blu) di lungo periodo prontamente rigettato, il prezzo del future ha ripreso a correre con tappa oltre la resistenza statica sul livello € 44,615/MWh.
Le correnti in acquisto che hanno generato pressione sul gas naturale durante questo 2024 sono evidenziate anche all’interno del grafico del RSI a 14 periodi, dove, durante il rally che ha contraddistinto il movimento da metà settembre, è tornato stabilmente a correre in area 50 – 70, senza mai oltrepassare in zona di ipercomprato. Durante la fase di rottura della flag rialzista e delle successive resistenze statiche sul grafico dei prezzi, dall’oscillatore sono giunti segnali di conferma che ne hanno attribuito maggiore significatività. Anche su quest’ultimo si evidenziano infatti le rotture rialziste delle resistenze statiche (in viola) che hanno sostenuto la crescita del prezzo del future.
In prossimità della stagione invernale lo scenario principale suggerisce una crescita ulteriore del prezzo, la quale, in assenza di segnali di inversione ribassista sul grafico, rimane l’opzione più probabile. È tuttavia possibile che, prima di assistere ad una nuova accelerazione su livelli oltre i € 50/MWh, si ripeta il pattern di accumulazione in prossimità della resistenza sui € 44,615/MWh, come avvenuto anche in precedenza. Se lo scenario macroeconomico e geopolitico propendono per un’ulteriore crescita del prezzo, attenzione ad un’eventuale inverno più mite del previsto, il quale potrebbe scongiurare questo scenario calmando le correnti in acquisto.