Notizie Analisi tecnica Commodity della settimana: Brent si districa tra inflazione Usa, decisioni Fed, scorte ma anche stime Opec e Aie

Commodity della settimana: Brent si districa tra inflazione Usa, decisioni Fed, scorte ma anche stime Opec e Aie

14 Giugno 2024 10:03

Il Brent si avvia a chiudere la settimana in rialzo sulla scia di importanti decisioni ad elevato impatto macroeconomico  e non solo che ne hanno influenzato il prezzo e le aspettative future. La seconda settimana di giugno è stata, infatti, molto intensa, caratterizzata dagli annunci della FED sui tassi di interesse, la pubblicazione dell’inflazione americana per il mese di maggio, oltre alla consueta comunicazione della variazione settimanale delle scorte di greggio e ai recent report sul mercato di Opec e Aie. Le dinamiche di mercato che ne conseguono hanno influenzato le correnti in acquisto portando il prezzo del future del Brent all’attacco della resistenza in area $ 83,50 al barile ma senza superare soglia dei $ 83,34.

Prezzo a corrente alternata: dollaro forte spinge al ribasso ma attese su scorte sostengono prezzi

Tra i principali driver dell’ottava le decisioni e indicazioni della riunione del 12 giugno della Federal Reserve sui tassi di interesse e la simultanea pubblicazione sulla variazione delle scorte settimanali del greggio. I rispettivi annunci hanno stimolato correnti di mercato contrapposte che a loro volta hanno mantenuto il prezzo stabile all’interno del range $ 83,34-81,19 Bll dopo aver rotto la resistenza statica in area $ 81,40 Bll.

La decisione della FED di mantenere invariati i tassi di interesse, annunciando che per tutto il 2024 ci sarà probabilmente un solo taglio (come evidenziato dai dot plot), ha avuto un impatto diretto sul mercato frenando le aspettative di una crescita della domanda di petrolio. Questa notizia si traduce in un effetto stabilizzante sul dollaro, il quale a parità di forza sul mercato, tende a rendere il petrolio (scambiato in dollari) più costoso per gli acquirenti che utilizzano valute diverse, riducendone così la domanda globale e mettendo pressione al ribasso sui prezzi del Brent.

L’altro annuncio riguarda le scorte di petrolio greggio negli Stati Uniti, dava nelle previsioni una diminuzione di 1.200 milioni di barili contro un aumento di 3.730 milioni attuali. Nonostante i tagli alla produzione annunciati dall’OPEC, le scorte sono aumentate sulla preoccupazione di eventuali rally dovuti dai maggiori consumi estivi. Tuttavia, il mercato sconta diminuzioni importanti nelle scorte nella seconda metà del 2024, avendo come effetto una riduzione dell’offerta con implicazioni rialziste nel prezzo a barile.

Pubblicazione inflazione, ribassi nel prezzo del Brent all’orizzonte?

Ulteriori spunti operativi giungono dalla pubblicazione sui dati relativi all’Indice dei prezzi al consumo USA. Battute le aspettative di un valore del CPI pari a 3,4%.  Come sottolineato dagli economisti e operatori più volte, “l’ultimo miglio” resta in generale il più impegnativo da percorrere, per questo gli obiettivi di riportare l’inflazione su un livello di circa il 2% rimangono ancora distanti, giustificando pertanto la scelta di mantenere invariati i tassi ed annunciando un solo potenziale taglio nel corso del 2024. La pressione inflazionistica può avere delle implicazioni ribassiste sul prezzo del Brent in un orizzonte temporale di medio periodo, soprattutto qualora il dollaro mantenga la forza attuale sul mercato.

Opec e Aie, le ultime previsioni

In settimana è arrivato il report mensile dell’Opec ma anche l’outlook di medio termine dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (Aie). Il primo, che ha pubblicato il suo ultimo rapporto mensile sul mercato petrolifero martedì scorso, ha mantenuto le sue previsioni bullish sulla crescita della domanda sia per quest’anno sia per il 2025. In particolare, l’Opec si attende che la domanda globale di petrolio crescerà di 2,2 milioni di barili al giorno nel 2024 e di ulteriori 1,8 milioni di barili al giorno nel 2025.

La domanda globale di petrolio, secondo le previsioni dell’Aie, si stabilizzerà attorno ai 106 milioni di barili al giorno verso la fine di questo decennio rispetto ai circa 102 milioni di barili al giorno del 2023. Dall’agenzia avvertono che “il rallentamento della crescita della domanda e l’aumento dell’offerta hanno messo i mercati petroliferi globali sulla buona strada per un surplus significativo in questo decennio”, si legge nel report.

Il punto tecnico sul future del Brent

Il prezzo del future del Brent quotato all’ICE nel corso della settimana corrente è stato oggetto di forti pressioni che vedono momentaneamente prevalere le correnti in acquisto.

Dopo aver interrotto una fase ribassista a fine luglio 2023, il future del Brent è entrato in una fase di lateralità che ha fatto oscillare il prezzo sui livelli di $ 96-72,73/Bll alternando fasi di rialzo e ribassi. Dopo aver testato il supporto sulla trendline rialzista di lungo periodo (azzurra) la prima settimana di giugno 2024, il Brent ha provato ad invertire la corrente ribassista di maggio. Il prezzo del future ha infatti rotto al rialzo le prime due importanti resistenze statiche (in giallo) sui livelli $ 78,66/Bll e $ 81,40/Bll supportato da buoni volumi in acquisto.

In linea con le dinamiche macroeconomiche in atto, il grafico suggerisce che nel breve termine possa esserci una potenziale corsa al rialzo, che trova conferma anche sulla rottura della trendline del grafico del RSI a 14 periodi. In un orizzonte temporale di medio-lungo periodo, tuttavia, gli scenari sono ancora di difficile interpretazione a causa del persistere della lateralità del trend. Si nota infatti l’assottigliarsi del differenziale tra i limiti delle trendline storiche la cui rottura definirà la nuova direzionalità principale. Sarà pertanto fondamentale monitorare i livelli critici delle principali aree di supporto e resistenza. Nello specifico, un’eventuale rottura del supporto sulla trendline dinamica e successiva conferma al di sotto del supporto statico in area $ 74,75/Bll potrebbe definire lo scenario ribassista; viceversa, una conferma sopra area $ 84,58/Bll e chiusura al di là della trendline dinamica di resistenza, sarebbero i principali driver per ricercare nuovi massimi relativi (da novembre 2022) in area $ 98,75/Bll.