Commodity della settimana: Brent, Opec+ e Cina ancora a tracciare la strada
Tentativo di recupero a fine luglio per il petrolio Brent, dopo un mese a tendenza fortemente ribassista. In attesa della riunione odierna del Joint Ministerial Monitoring Commitee (JMMC) dell’OPEC+, il future sul Brent prova a mettere a segno un rimbalzo nonostante le previsioni suggeriscano che non ci sarà alcuna modifica alla politica sui tagli alla produzione. Con il perdurare delle crisi geopolitiche in Medio Oriente e della guerra russo-ucraina, lo scenario di mercato rimane sostanzialmente caratterizzato da grande incertezza e volatilità. Altro driver di medio periodo a potenziale impatto sul prezzo è la domanda cinese, attualmente in balia di un contesto ancora debole.
Domanda cinese ancora incerta, il contesto globale per il Brent
Il grafico del Brent presenta tuttavia dei segnali operativi che è importante monitorare in questa incertezza generale. Innanzitutto, si noti il tentativo nelle ultime sedute di luglio di rompere al ribasso la trendline (in azzurro) di medio periodo ad inclinazione positiva. Il test è stato tuttavia rigettato con un immediato rientro nell’area del triangolo isoscele che contiene il movimento orizzontale tra le due principali trendline. Questo segnale si traduce in un’importante indicazione di due correnti, quelle in acquisto e quelle in vendita, che ancora si stanno battendo per definire la direzionalità principale del future. Al momento, la forza in vendita è infatti sempre stata compensata da quella in acquisto, come testimonia anche il recente tentativo nella seduta del 30 luglio di rompere al ribasso il supporto statico (in giallo) in area $ 78,60/barile.
Sul timeframe daily si noti inoltre la presenza di un importante pattern di inversione ribassista: con la seduta del 19 luglio è stata infatti confermata la presenza di un testa e spalle. La significatività segnaletica sul grafico giunge con la rottura della neckline in concomitanza del supporto statico in area $ 84,00/barile. Il pattern ha avuto seguito con il raggiungimento del primo target price ribassista sul livello di $ 79,50 ed una progressiva discesa anche in area inferiore sui minimi relativi da giugno 2024 toccando i $ 77,95/barile. Nonostante questo, il rimbalzo del 31 luglio potrebbe frenare, almeno per il momento, l’impulso ribassista, a conferma di quanto visto anche sul grafico del RSI a 14 periodo. Quest’ultimo presenta infatti una rottura sulla resistenza dinamica (in verde), che tuttavia necessità di ulteriori conferme dal grafico dei prezzi.
Importanti segnali potrebbero giungere qualora la salute dell’economia cinese cominci a riprendersi stimolando così la domanda di petrolio e conseguentemente il prezzo. Al momento lo scenario principale rimane caratterizzato dalla presenza di incertezza e volatilità che portano forte imprevedibilità nel breve termine. Attenzione quindi ai livelli chiave di prezzo ed ad eventuali cambiamenti sul piano macroeconomico e geopolitico.