Cheuvreux alza Eps e target price del settore oil, Eni compresa
I nuovi record messi a segno venerdì dal petrolio sui mercati internazionali delle materie primo hanno fatto scattare le prime prese di profitto ad inizio settimana: dopo che il 2 novembre il Brent aveva archiviato la settimana a 92,08 dollari al barile e il Wti a 95,93, i due contratti oggi sui circuiti elettronici asiatici hanno leggermente ritracciato, ma restano comunque su livelli record. Tanto da costringere analisti ed esperti del settore a mettere mano alle proprie stime per correggerle al rialzo.
Oggi, ad esempio, è stata la volta di Cheuvreux, che in un report fanno sapere che le loro stime sul Brent si sono alzate da 66 a 71 dollari al barile per la fine dell’anno in corso, da 65 a 73 dollari al barile per la fine del 2008 e da 60 a 70 dollari al barile per la fine del 2009. Le motivazioni, spiegano gli analisti della banca d’affari francese, sono da ricercarsi innanzi tutto nel fatto che per quanto i prezzi siano molto elevati la domanda non dà alcun segno di cedimento, ma anche nelle continue insufficienze dal lato della produzione nei Paesi non appartenenti all’Opec e nel generale scetticismo mostrato dall’Opec ad alzare la produzione. Non solo, ma gli esperti di Cheuvreux hanno altresì alzato la propria previsione di lungo termine sull’andamento dell’oro nero, portandola per quanto concerne il Brent da 50 a 60 dollari al barile, in un orizzonte temporale che supera il 2010.
Inoltre, a limitare l’impatto ribassista degli attuali prezzi elevati dell’oro nero sulla domanda, ci pensano anche le nuove ipotesi legate al tasso di cambio messe a punto da Cheuvreux: l’euro/dollaro per il 2008 è visto a 1,42 rispetto al precedente 1,35, mentre il cross corona norvegese/dollaro scende da 6 a 5,4. Ma qual è l’impatto sulle società del settore petrolifero? Il tasso di cambio, spiegano gli analisti della banca d’affari d’oltralpe, si combina con costi più elevati per limitare l’impatto positivo delle quotazioni record del greggio sui conti dei gruppi europei del comparto “oil”. Gruppi le cui stime di utile per azione (Eps) sono state lo stesso ritoccate al rialzo per un ammontare pari al 3,6% nel 2007, al 2,5% nel 2008 e al 4,3% nel 2009. Rivisti verso l’alto anche i prezzi obiettivo, saliti in media del 5% tenendo conto che “la tassazione e gli ulteriori costi dell’inflazione nel 2008 e nel 2009 compensano parzialmente la risalita delle quotazioni del greggio”.
A beneficiare maggiormente di questo cambiamento, spiegano da Cheuvreux, dovrebbe essere British Petroleum, ma dal momento che l’azione in Borsa ha guadagnato il 10% circa dalla fine del mese di settembre l’appeal del titolo in Borsa in termini di valutazione appare piuttosto limitato. Tra le società maggiori del settore, Total resta la top pick di Cheuvreux: “La performance relativa dell’azione ha recentemente risentito della rotazione verso Bp, ma ha creato nel contempo una interessante possibilità di entrata in vista dei risultati trimestrali che saranno comunicati il prossimo mercoledì”.
Buone nuove anche per Eni, il cui target price calcolato dalla casa d’affari francese è cresciuto a 30 da 28,5 euro, il che implica un upside potenziale nell’ordine del 22%. Le stime di Eps sono salite del 4% per quest’anno e del 5% circa per il periodo 2008-2009. “Restiamo positivi – dicono da Cheuvreux – su Eni perché riteniamo il titolo sottovalutato rispetto al resto del settore oil”. “Inoltre – aggiungono – la strategia di sviluppo del gruppo procede senza intoppi”. Il giudizio emesso è dunque “outperform”, ovvero l’azione “farà meglio del mercato”.