Carige, spunta il gigante BlackRock per il salvataggio. Stretta finale per cessione Npl
Il dossier Banca Carige piace soprattutto ai fondi e tra questi spunta il grande nome, ossia il colosso statunitense BlackRock. A poco più di una settimana dall’importante appuntamento con la presentazione del nuovo piano (27 febbraio), l’istituto ligure è al lavoro sul fronte cessione Npl, passaggio determinante per quello successivo della scelta di un partner. L’istituto ligure, commissariato a inizio anno dalla Bce, punta a stringere nell’arco dei prossimi 2 mesi l’accordo con un partner in modo da convocare poi l’assemblea in maggio con l’ipotesi di evitare l’aumento di capitale deliberando direttamente la fusione previa trasformazione del bond in capitale. Il mandato dei tre commissari scade il 2 aprile, ma il mandato di Fabio Innocenzi, Raffaele Lener e Pietro Modiano potrebbe essere prorogato in modo da avere il tempo necessario per chiudere l’accordo con il futuro partner.
I fondi appaiono gli unici interessati all’istituto
Stando a quanto riportato oggi da un articolo de Il Messaggero, sul dossier dei possibili interessati a entrare in Carige come partner forte ci sono prevalentemente dei fondi, tra i quali spunta anche BlackRock. Il colosso mondiale con 6.000 miliardi di dollari di asset in gestione, presente massicciamente in Italia con quote in molte delle principali blue chip di Piazza Affari, si sarebbe fatto avanti di recente aggiungendosi alla lista degli altri fondi interessati (Attestor Capital, Varde Partners e Bridgepoint). Il quotidiano romano non fornisce ulteriori dettagli circa l’interessamento di BlackRock, facendo comunque presente come il piano che i tre commissari di Carige si apprestano a presentare prevede per il 2019 un ritorno all’utile, seppur di modeste dimensioni, in uno scenario stand alone. Tra gli obiettivi del piano ci sarebbe la concentrazione sull’asset management, completamento della digitalizzazione e focus sull’attività di banca regionale dedita a famiglie e Pmi.
Banche defilate
Opzione fondi non molto gradita agli attuali soci. Raffaele Mincione, che attraverso Pop 12 detiene una quota attorno al 5% in Banca Carige, ha fatto presente che un istituto bancario può ottenere maggiori benefici da un’integrazione con Carige rispetto a quelli che potrebbe ricavare un fondo. “Penso che difficilmente chi si presenta come fondo riesca ad estrarre un’operazione di buon senso”, ha detto Mincione nei giorni scorsi.
La Bce spinge per una fusione in tempi brevi ma tra le banche al momento non risulta nessun interesse concreto.
Ieri in tal senso l’ad di Banco BPM,Giuseppe Castagna, ha gettato acqua sul fuoco circa un possibile interesse:“Non guardiamo a Carige, facciamole fare il suo percorso e poi vedremo”.
Capitolo NPL
Passaggio propedeutico per stringere nella ricerca di un partner è la cessione degli Npl con le offerte definitive al vaglio dell’advosor Ubs. Il 22 febbraio sono attese le proposte finali con Sga, società del Tesoro, e Fonspa, che risultano gli unici rimasti dopo il passo indietro di molti pretendenti, tra cui Guber, Illimity, doBank e Banca Ifis. Pertanto, sempre a detta de Il Messaggero, Sga e Fonspa dovrebbero finire con l’aggiudicarsi insieme il pacchetto di 1,5-2 miliardi di euro di crediti deteriorati dell’istituto ligure.