La Caporetto di Netflix segna la morte dei Faang? Ecco le possibili future regine di Wall Street
A Wall Street si sente ancora l’eco del crollo shock del 35% di Netflix. Il mercato non ha digerito il primo calo degli abbonati da oltre un decennio per il colosso dello streaming e adesso ci si interroga se questo segni una linea di demarcazione che porta alla fine dell’era Faang, ossia il periodo d’oro dei cinque colossi tech Facebook, Apple, Amazon, Netflix e Google.
Netflix perde utenti e crolla in Borsa
Il gruppo dello streaming Netflix ieri ha dilapidato in Borsa 35 punti percentuali di valore scendendo in area $226, ossia ai minimi da gennaio 2018, dopo la pubblicazione dei dati trimestrali di ieri. Il colosso delle serie TV ha evidenziato per la prima volta dal 2011 una perdita di abbonati (-200 mila) rispetto alle proprie attese di una crescita di 2,5 mln net subscribers nel primo trimestre 2022. Molto deludenti anche le prospettive per il secondo trimestre con un possibile calo di 2 mln di abbonati e un forte rallentamento del fatturato.
E volta le spalle a Netflix anche grossi investitori come Bill Ackman che ha deciso di liquidire la sua intera partecipazione in Netflix dopo solo tre mesi dal suo ingresso a causa delle prospettive future sugli abbonati e del cambio del business model.
Era prevedibile tale caduta? “Le dimensioni del sell-off erano di difficile previsione ma come avevamo visto negli scorsi mesi Netflix soffriva una concorrenza sempre più agguerrita di tanti competitor interessati a guadagnare quote in un mercato particolarmente redditizio. Il rallentamento dei ricavi e della crescita di nuovi utenti erano stati i primi segnali di un trend negativo partito da novembre 2021”, rimarca Filippo A. Diodovich, Market Strategist di IG.
Il trono dello streaming non sembra in bilico. “E’ vero che i competitors sono sempre più agguerriti soprattutto Disney+ e Apple TV che hanno deciso di puntare sulla qualità dei propri prodotti e Amazon Prime Video che si è focalizzata sulla quantità dei propri contenuti nella propria offerta”, asserisce Diodovich.
Tesla e gli altri nuovi potenziali Faang
Il termine FAANG ha un po’ perso appeal negli ultimi tempi anche in virtù del cambio di nome di due dei suoi cinque titolo: Google in Alphabet e Facebook in Meta Platforms. Proprio l’ex Facebook nei mesi scorsi è stata un’altra vittima dei sell a Wall Street (-41% YTD) c0mplice anche il calo degli utenti del social di Zuckerberg per la prima volta in 18 anni.
Chi saranno i prossimi FAANG? Diodivich spiega come un nome molto facile vista la crescita e l’enorme capitalizzazione è quello di Tesla di Elon Musk. “Ma anche i gruppi di semiconduttori come Intel, Nvidia e AMD. Molti addetti ai lavori hanno fatto il nome di Spotify e Virgin Galactic come possibili alternative. E forse anche Twitter se dovesse avere successo l’offerta ostile lanciata da Elon Musk sulla piattaforma social.”