Cambi: Fiorini, dollaro indebolito da deficit corrente Usa
Additare la debolezza giornaliera del dollaro nei confronti dell'euro alla vittoria del rieletto presidente George W Bush potrebbe essere fuorviante per capire le attuali forze che guidano il cambio attualmente. A pensarla così è il responsabile per il mercato obbligazionario di Gestielle Fabrizio Fiorini, secondo il quale sono altri gli aspetti da considerare. "I prodromi di quello al quale assistiamo oggi sono a settembre, quanto nell'ultima riunione del G7 è passata la linea di rendere i cambi più flessibili" afferma Fiorini. "Un concetto che equivale a minore ingerenza rispetto al passato delle banche centrali asiatiche, che hanno sempre comprato dollari per sostenerne i corsi e renderli più vischiosi rispetto all'ambiente macroeconomico nel quale siamo. Ambiente dominato da un forte deficit di parte corrente (somma algebrica di importazioni ed esportazioni, ndr) degli Usa che costringe ad un continuo deprezzamento il biglietto verde. Un problema questo solo accantonato in passato che ora però riemerge con forza. Non solo: anche la decisione delle autorità bancarie cinesi di tornare a muovere la leva dei tassi d'interesse spinge verso un deprezzamento della valuta Usa. Il rialzo di qualche giorno fa potrebbe idealmente rappresentare la volontà di uscire dal regime di cambio fisso con il dollaro a tutto svantaggio di quest'ultimo in termini di forza relativa. Siamo inseriti in una tendenza negativa per il dollaro che si potrà invertire solo quando il deficit corrente americano tornerà a diminuire. Potrebbe essere tra sei mesi o sei anni, questo non possiamo dirlo al momento". Questa situazione per l'euro significa un continuo rafforzamento che pesa sulle esportazioni. "Non è scorretto, ma avere un euro forte in questo momento vuol dire risparmiare sulle materie prime, il cui costo sale a causa della domanda dei paesi ad alta crescita, prima fra tutti la Cina. Avere una moneta forte che contenga l'inflazione vuol dire poter mantenere ancora i tassi bassi nella prospettiva di riavviare l'economia. Una prospettiva che il rialzo dei tassi renderebbe ben più difficile in Europa". Dal punto di vista operativo cosa vuol dire dollaro sempre più debole? "Starei alla larga in questo momento dall'obbligazionario Usa; per l'azionario a stelle strisce sono possibilista, ma bisogna tenere presente la volatilità dei cambi dai quali sarebbe utile coprirsi per evitare spiacevoli sorprese".