C. Beauchamp: le differenze all’interno della Zona Euro mettono in difficoltà la Bce
Dopo esser tornato questa mattina a livelli che non si vedevano dallo scorso gennaio in quota 1,4281, in questo momento il cambio euro/dollaro scambia in rialzo dello 0,7% a 1,4233. Il cross sconta da un lato il nuovo piano di Quantitaive Easing della Fed e dall’altro il progressivo ritiro delle misure di stimolo da parte della Banca Centrale europea. Secondo ING sebbene il dollaro potrebbe continuare a indebolirsi, “i guadagni della moneta unica potrebbero essere limitati a causa dei problemi che restano all’interno della zona euro”.
Ieri la banca centrale statunitense ha annunciato che acquisterà titoli del Tesoro per complessivi 600 mld di dollari da qui al giugno 2011 (circa 75 mld ogni mese) e proseguirà poi il processo di reinvestimento dei fondi derivanti dalla scadenza delle mortgage-backed securities, un’operazione che si dovrebbe attestare nel range 250-300 mld di dollari.
Oggi invece è stata la volta della Bank of England e della Banca centrale europea. La prima ha confermato il costo del denaro allo 0,5% ed il piano di riacquisto di bond da 200 mld di sterline mentre la seconda nel ribadire l’1%, per bocca del n.1 Trichet ha continuato a definire l’attuale livello dei tassi “adeguato” confermando che nonostante le “pressioni inflazionistiche restino sotto il 2%”, la politica monetaria della Bce ha come obiettivo quello di “mantenere la stabilità dei prezzi”.
Christopher Beauchamp di IG Markets rileva che le “misure adottate negli Stati Uniti complicano le cose per l’Europa, dato che rendono le esportazioni della Zona Euro più costose. Inoltre, le condizioni di ristagno nei paesi periferici come l’Irlanda, la Spagna e il Portogallo pongono un dilemma alla BCE, dal momento che un inasprimento della politica monetaria potrebbe aiutare a prevenire il surriscaldamento dell’economia tedesca, ma anche mettere qualsiasi ripresa economica in Europa meridionale sotto seria pressione”.
Ai massimi dall’inizio del 2010 anche il cable, il cambio sterlina/dollaro, che ha sfiorato quota 1,63 portandosi poco dopo l’apertura di Wall Street a 1,6298. In questo momento per acquistare una sterlina sono necessari 1,6265 dollari. I miglioramenti dell’economia britannica stanno progressivamente allontanando l’ipotesi di un nuovo round di QE da parte della Bank of England.
Ed il biglietto verde perde terreno anche contro lo yen, portando il cambio a 80,640 yen. Secondo Beauchamp “il declino del dollaro rispetto allo yen può essere arrestato se la BoJ seguirà l’esempio della Fed e implementerà le proprie misure di QE”.