Borsa Tokyo -0,70%. Wall Street chiusa: su crisi Ucraina spiragli di speranza su incontro Biden-Putin

L'indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in ribasso dello 0,78% a 26.910,87 punti. La borsa di Shanghai perde lo 0,21%, Hong Kong fa -0,92%. Sidney eccezione positiva con +0,16%, Seoul piatta.
In primo piano sempre la crisi Ucraina: si apprende tra le ultime novità, mentre nel Donbass si continua a sparare, che il presidente russo Vladimir Putin e l'omologo americano Joe Biden hanno "accettato in linea di principio" di incontrarsi a un vertice, proposto dal presidente francese Emmanuel Macron.
La condizione, ha precisato Parigi, è che il vertice avverrà "solo se la Russia non invaderà l'Ucraina".
I venti di guerra hanno affossato questo mese l'azionario globale, con l'indice S&P 500 che è capitolato a febbraio del 3,6%, mentre il Nasdaq Composite è crollato del 4,8%. Il petrolio WTI è balzato del 4,2%.
Dal fronte macro della Cina, reso noto il dato relativo ai prezzi delle nuove case che a gennaio, per la prima volta dal mese di settembre, sono saliti su base mensile.
Il rialzo medio dei prezzi delle abitazioni delle 70 città principali del paese è stato pari a +0,1% m/m, rispetto al -0,2% di dicembre.
La People's Bank of China – banca centrale della Cina – ha confermato inoltre il tasso di finanziamento loan prime rate (LPR) a un anno al 3,7%. Il tasso a cinque anni è stato lasciato invariato al 4,6%.
I tassi LPR sono i tassi di riferimento sui prestiti che vengono stabiliti mensilmente da 18 banche cinesi. Oggi Wall Street rimarrà chiusa in occasione della festività nazionale del Presidents' Day.
In primo piano sempre la crisi Ucraina: si apprende tra le ultime novità, mentre nel Donbass si continua a sparare, che il presidente russo Vladimir Putin e l'omologo americano Joe Biden hanno "accettato in linea di principio" di incontrarsi a un vertice, proposto dal presidente francese Emmanuel Macron.
La condizione, ha precisato Parigi, è che il vertice avverrà "solo se la Russia non invaderà l'Ucraina".
I venti di guerra hanno affossato questo mese l'azionario globale, con l'indice S&P 500 che è capitolato a febbraio del 3,6%, mentre il Nasdaq Composite è crollato del 4,8%. Il petrolio WTI è balzato del 4,2%.
Dal fronte macro della Cina, reso noto il dato relativo ai prezzi delle nuove case che a gennaio, per la prima volta dal mese di settembre, sono saliti su base mensile.
Il rialzo medio dei prezzi delle abitazioni delle 70 città principali del paese è stato pari a +0,1% m/m, rispetto al -0,2% di dicembre.
La People's Bank of China – banca centrale della Cina – ha confermato inoltre il tasso di finanziamento loan prime rate (LPR) a un anno al 3,7%. Il tasso a cinque anni è stato lasciato invariato al 4,6%.
I tassi LPR sono i tassi di riferimento sui prestiti che vengono stabiliti mensilmente da 18 banche cinesi. Oggi Wall Street rimarrà chiusa in occasione della festività nazionale del Presidents' Day.