Boris Johnson all’angolo, dimissioni vicine. Per analisti Ing il caos politico rende la sterlina volatile
Non si arresta la rivolta contro il primo ministro britannico Boris Johnson oltre 50 membri del parlamento si sono dimessi da martedì ad oggi. Le ultime indiscrezioni riportate dalle principali testate britanniche vedono Johnson pronto a dimettersi sotto le pressioni anche di Nadhim Zahawi, cancelliere dello scacchiere da martedì e possibile successore di Johnson. La BBC parla di dimissioni in arrivo nelle prossime ore con Johnson però intenzionato a rimanere premier fino all’autunno quando la conferenza del partito Tory di ottobre indicherà il successore.
Ultimi sviluppi che hanno subito portato la sterlina a schizzare in avanti.
Dopo un torrente di dimissioni mercoledì, altri ministri si sono dimessi stamattina presto, tra cui il segretario dell’Irlanda del Nord Brandon Lewis, il ministro del Tesoro Helen Whately e il ministro della sicurezza Damian Hinds. “Non posso sacrificare la mia integrità personale per difendere le cose così come stanno adesso“, ha detto Lewis, aggiungendo che il partito conservatore al potere e il Paese “meritano di meglio”.
Le 50 dimissioni sono arrivate da George Freeman, un giovane ministro per la scienza, la ricerca e l’innovazione, intorno alle 7:20 ora di Londra. Il ministro delle pensioni Guy Opperman si è dimesso poco dopo.
In una feroce lettera di dimissioni al primo ministro, Freeman ha affermato che “il culmine della sua mancanza di trasparenza e franchezza nei confronti del Parlamento, la sua rimozione dei pilastri chiave del codice ministeriale, la sua gestione della nomina del vicecapogruppo visto che lei era a conoscenza delle accuse di abusi sessuali contro di lui, è troppo.”
Secondo indiscrezioni unanimi dei media, di fronte alle sollecitazioni di parte dei suoi ministri di dimettersi alla luce dei contraccolpi dello scandalo Pincher e dell’ondata di dimissioni nella compagine Tory, Johnson ha risposto picche, dicendo che vorrebbe portare avanti il programma del suo governo. A quanto pare questo non sarà possibile viste le ultime indiscrezioni stampa in arrivo dalla Gran Bretagna, Johnson si starebbe preparando per annunciare le dimissioni.
Anche la ministra dell’Interno, Priti Patel, super falco del governo Tory annoverata finora tra i lealisti irriducibili di Boris Johnson, ha chiesto in serata al
premier di dimettersi, di fronte alla crisi provocata dai contraccolpi dello scandalo Pincher e dall’ondata di dimissioni nella compagine.
Johnson è stato coinvolto in una serie di scandali e accuse di inganno del pubblico, fatali lo scandalo “Partygate” delle feste in lockdown a Downing Street ma l’ultima goccia per molti parlamentari coinvolge il legislatore conservatore Chris Pincher, promosso da Johnson nel governo nonostante le sue serate di alcol e molestie sessuali contro giovani uomini e attivisti tory.
Martedì Johnson si è scusato per aver nominato Pincher come “deputy chief whip” o vicecapogruppo, un ruolo di alto livello nel partito, nonostante fosse a conoscenza di un’indagine sul suo comportamento nel 2019.