Bond emergenti, ricerca di yield con un ETF che guarda anche alla gestione del rischio
Ancora un mese e anche il 2017 andrà in archivio. Un anno che indubbiamente ha visto gli emergenti, sia nella versione azioni che in quella bond, attirare forti afflussi dettati da fondamentali economici in deciso rafforzamento, abbinata alla ricerca di rendimenti da parte degli investitori europei ancora alle prese con tassi bassi. Ottobre ha visto un piccolo passo falso con deflussi per 0,5 miliardi di dollari dagli ETF sui bond emergenti dopo 9 mesi consecutivi di forti afflussi per un totale di oltre 9 miliardi. Rallentamento fisiologico e dettato soprattutto dalle fuoriuscite dai bond emergenti in valuta locale il cui appeal è diminuito in scia al sell-off delle valute emergenti rispetto al dollaro Usa. L’obbligazionario emergente presenta ad oggi rendimenti e spread leggermente inferiori rispetto al passato. Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer UBS WM Italy, ritiene però che si tratti di un riflesso della compressione dei rendimenti nelle economie avanzate e della conseguente ricerca di alternative. “Del resto – argomenta Ramenghi – le analisi a nostra disposizione sul rischio di credito, anche per quanto riguarda la componente con rating inferiore, high yield, fanno pensare a una rischiosità tutto sommato contenuta. Tra i Paesi che vediamo più positivamente ci sono Brasile, Argentina e India”.
Tra le novità per chi intende posizionarsi sui bond emergenti c’è quella di UBS Asset Management che, a partire dal 22 novembre, ha quotato su Borsa Italiana UBS ETF J.P. Morgan USD EM Diversified Bond 1-5 UCITS ETF. Il nuovo strumento risulta il primo ETF a consentire di prendere esposizione in modo diversificato su tutto l’universo obbligazionario dei Paesi Emergenti, comprendendo quindi sia titoli di Stato che emissioni corporate e sovranazionali, concentrandosi sulle emissioni a breve scadenza, da 1 a 5 anni. Uno strumento atto a posizionarsi sulla parte corta della curva dei rendimenti, adatto per coloro che hanno delle aspettative positive sui fondamentali di crescita dei mercati emergenti e sul miglioramento del credit outlook, ma allo stesso tempo temono lo scenario di un rialzo dei tassi d’interesse. “Gli investitori – ha commentato Francesco Branda, Head of Passive & ETF Specialist Sales Italy, UBS AM – sono alla costante ricerca di soluzioni innovative che consentano di ottenere buoni rendimenti con un soddisfacente grado di rischio. Questo vale soprattutto per gli investitori europei che operano in un contesto di tassi bassi a seguito delle politiche monetarie espansive della BCE. Con questo nuovo strumento UBS propone l’esposizione a una delle asset class obbligazionarie più remunerative con un occhio di riguardo alla diversificazione e alla riduzione del rischio di rialzo dei tassi”.
Lo strumento replica il J.P. Morgan USD EM Diversified 3% capped 1-5 Year Bond Index, indice composto da bond sovrani, quasi sovrani e societari dei Paesi Emergenti, espressi in dollari e con taglio superiore ai 500 milioni di dollari. Il peso di ogni singolo Paese in portafoglio che non può eccedere una quota del 3% complessivo.
UBS ETF J.P. Morgan USD EM Diversified Bond 1-5 UCITS ETF si aggiunge così a UBS ETF Barclays USD Emerging Markets Sovereign (disponibile anche in versione Eur Hedged), che permette di esporsi a tutta la curva dei bond sovrani dei Paesi emergenti con il limite del 3% per Paese.
Da UBS anche una coppia di ETF inflation linked
Il 22 novembre hanno fatto il debutto sull’ETFPlus di Borsa Italiana anche due nuovi ETF proposti sempre da UBS ETF. Entrambi prendono posizione di bond governativi denominati in euro e legati all’inflazione. L’UBS ETF Bloomberg Barclays Euro Inflation Linked 1-10 Ucits ETF comprende emissioni investment grade con scadenza compresa tra 1 e 10 anni, mentre l’UBS ETF Bloomberg Barclays Euro Inflation Linked 10+ Ucits ETF si rifà a un indice composto da emissioni inflation linked con scadenza superiore ai 10 anni.