Notizie Notizie Mondo BlackBerry: interessati i cinesi di Lenovo, trattative già in corso

BlackBerry: interessati i cinesi di Lenovo, trattative già in corso

18 Ottobre 2013 07:25
Tutti vogliono BlackBerry, anche i cinesi di Lenovo. Ebbene sì, il produttore di computer asiatico, colosso dell’informatica, avrebbe messo gli occhi sul gruppo canadese degli smartphone. Lo rivela il Wall Street Journal, secondo cui Lenovo avrebbe già avviato le trattative con il produttore canadese in crisi e firmato un accordo di non divulgazione. L’eventuale acquisizione da parte di Lenovo sarebbe una delle maggiori operazioni mai fatte prima da una società cinese in Occidente.
Ma Lenovo non è certo l’unico pretendente del gruppo di telefonia. Secondo alcune indiscrezioni raccolte da Bloomberg, anche Cerberus Capital, uno dei più grandi fondi d’investimento degli Stati Uniti, avrebbe mostrato interesse. Il fondo di private equity avrebbe addirittura già formalizzato un’offerta ai vertici di BlackBerry con un accordo di riservatezza. Senza contare che anche Sap, Cisco e Google, secondo alcune voci riportate da Reuters qualche settimana fa, avrebbero avviato le discussioni per acquisire parte o tutte le attività del gruppo canadese. Tra i potenziali acquirenti spiccano anche Intel, Lg Electronics e Samsung Electronics. 
Tuttavia, finora l’unica offerta formale è giunta da Fairfax Financial (che già possiede il 10% circa del capitale) con cui BlackBerry ha siglato a fine settembre una lettera d’intenti per il delisting del titolo. Il controvalore totale dell’operazione è di circa 4,7 miliardi di dollari, pari a circa 9 dollari per azione. Il consorzio guidato da Fairfax ha sei settimane per condurre la due diligence. 
BlackBerry naviga in cattive acque da tempo. Il gruppo che produce il celebre smartphone ha annunciato di avere chiuso il secondo trimestre dell’esercizio fiscale 2014, concluso a fine agosto, con una perdita da operazioni continue pari a 965 milioni di dollari, ovvero 1,84 dollari ad azione, in deciso peggioramento rispetto al rosso di 235 milioni, ovvero 45 centesimi ad azione, registrati un anno prima. I ricavi sono scivolati del 45% a 1,6 miliardi dai 2,86 miliardi di dodici mesi prima.