Biglietto verde ai massimi da tre mesi, commodity currency in affanno
Massimi da tre mesi per le quotazioni del biglietto verde. In scia delle indicazioni positive arrivate nelle ultime settimane dai dati macro, a questo punto è sempre più probabile che dopo l’estate la Federal Reserve annunci il primo incremento del costo del denaro, oggi il dollar index, l’indicatore che misura le performance del biglietto verde contro un basket di valute, è salito a livelli che non si vedevano dallo scorso 23 aprile a 98,08 punti.
Le spinte rialziste sono confermate dai dati contenuti nell’ultimo Commitment of Traders, il report elaborato dalla statunitense Commodity Futures Trading Commission, che hanno rilevato il terzo incremento consecutivo delle posizioni nette rialziste (differenza tra contratti rialzisti e ribassisti) sulla divisa statunitense. Al rafforzamento del greenback fa da contraltare l’indebolimento delle materie prime e quindi delle c.d. commodity currency: il cambio usd/cad guadagna quasi 20 punti base a 1,2996 mentre l’aud/usd arretra a 0,7364.
“Questa settimana potremmo assistere a nuovi ribassi, a causa della continua volontà da parte della RBA (Reserve Bank of Australia, ndr) di avere una valuta debole e delle nuove spinte alle vendite dettate dalle materie prime”, si legge in una nota diffusa da Saxo Bank. “Inoltre -prosegue l’istituto danese- i minimi pluriennali di XAU e XAG (oro e argento, ndr) offrono ulteriore supporto a questa strategia, che potrà infine essere confermata stasera con il rilascio della minutes dell’ultima riunione della RBA”.