Bce sconfessa Eurostat: in Eurozona disoccupazione doppia rispetto ai dati ufficiali. Da ING alert Italia
La piaga della disoccupazione, in Eurozona, è peggiore di quanto si possa desumere dai dati ufficiali. E a dirlo non è un’organizzazione slegata dai piani alti di Bruxelles, ma la stessa Bce, attraverso un suo studio ad hoc sul mercato del lavoro.
I numeri ufficiali presentano una disoccupazione, nell’area, scesa al 9,5%, ovvero al minimo in sette anni, grazie alla creazione di 5 milioni di posti di lavoro dall’apice della crisi.
Tuttavia, la ricerca della Banca centrale europea solleva dubbi sulla qualità dell’occupazione e indica che i dati presentano un quadro ingannevole dei fondamentali economici attinenti al lavoro: i problemi del mercato sono anche il motivo per cui i dipendenti non riescono a beneficiare di un aumento nei loro salari reali.
Il vero problema porta il nome di sottoccupazione. Un nuovo parametro adottato dagli economisti della Bce mette in evidenza che una percentuale compresa tra il 15% e il 18% della forza lavoro in Eurozona è senza lavoro o vorrebbe lavorare un numero più elevato di ore.
Il tasso fino al 18% è praticamente quasi il doppio rispetto al tasso di disoccupazione del 9,5% recentemente annunciato dall’Eurostat.
E la sottoccupazione è un fenomeno particolarmente vivo nei paesi periferici, in particolar modo in Italia e in Francia, dove aumenta il numero di lavoratori che decidono di rinunciare anche alla ricerca di un posto di lavoro, ovvero dei cosiddetti scoraggiati.
L’analisi della Bce che – come riporta il Financial Times – fa parte di un capitolo compreso nell’ultimo Bollettino economico dell’istituto – arriva alla determinazione di un tasso di disoccupazione doppio rispetto a quello ufficiale proprio perchè include sia gli scoraggiati che quei lavoratori che vorrebbero lavorare più ore.
Indicative le stime di Bert Colijn, economista senior di ING, che stima che afferma che la combinazione tra sottoccupazione e disoccupazione in Italia è superiore al 30% e che commenta la situazione generale dell’Eurozona, affermando che è improbabile che i dipendenti riescano a chiedere e tanto meno ad ottenere una paga più alta, in un contesto in cui ci sono cosi tante persone disoccupate e, anche, persone che vorrebbero lavorare di più”.