Bce lascia i mercati con fiato sospeso, decisioni su QE rimandate (analisti)
La Banca centrale europea (Bce) ha lasciato i mercati alla finestra, almeno fino a ottobre. Tassi e politica monetaria invariati, con le decisioni sulla fine del QE rimandate alla riunione autunnale. "Chi si aspettava l’annuncio del tapering - ha commentato Marco Palacino, managing director per l’Italia di BNY Mellon IM - è rimasto per ora a bocca asciutta, ma è chiaro che la Bce sta valutando vari scenari e i pro e i contro di una fine graduale del piano di acquisti".
I temi affrontati durante la conferenza si sono articolati su tre “gambe”. "Da un lato, prosegue Palacino, Draghi ha adottato toni fiduciosi, hawkish, nel confermare che la crescita dell’Eurozona è stabile e diffusa, rivedendo al rialzo le stime del PIL per il 2017 dall’1,9% al 2,2%, e lasciandole invariate per il 2018 (1,8%) e il 2019 (1,7%). D’altro canto l’inflazione resta sottotono, con stime al ribasso per i prossimi due anni, e può essere influenzata nel medio termine proprio dall’andamento del cambio euro/dollaro (anche se ridurre la forza dell’euro non rientra tra gli obiettivi diretti della Bce".
Per quanto riguarda le implicazioni sui mercati, Palacino si attende che i mercati tornino a concentrarsi sui dati fondamentali e i principali eventi geopolitici in Asia e negli Stati Uniti, con possibili picchi di volatilità in vista dei due prossimi eventi fondamentali per la traiettoria dell’Eurozona: ossia le elezioni in Germania di fine settembre e la prossima riunione della Bce in ottobre.
I temi affrontati durante la conferenza si sono articolati su tre “gambe”. "Da un lato, prosegue Palacino, Draghi ha adottato toni fiduciosi, hawkish, nel confermare che la crescita dell’Eurozona è stabile e diffusa, rivedendo al rialzo le stime del PIL per il 2017 dall’1,9% al 2,2%, e lasciandole invariate per il 2018 (1,8%) e il 2019 (1,7%). D’altro canto l’inflazione resta sottotono, con stime al ribasso per i prossimi due anni, e può essere influenzata nel medio termine proprio dall’andamento del cambio euro/dollaro (anche se ridurre la forza dell’euro non rientra tra gli obiettivi diretti della Bce".
Per quanto riguarda le implicazioni sui mercati, Palacino si attende che i mercati tornino a concentrarsi sui dati fondamentali e i principali eventi geopolitici in Asia e negli Stati Uniti, con possibili picchi di volatilità in vista dei due prossimi eventi fondamentali per la traiettoria dell’Eurozona: ossia le elezioni in Germania di fine settembre e la prossima riunione della Bce in ottobre.