Notizie Notizie Mondo Bce: Italia resta ‘sorvegliata speciale’ per debito, focus anche su spread che torna ad allargarsi

Bce: Italia resta ‘sorvegliata speciale’ per debito, focus anche su spread che torna ad allargarsi

27 Dicembre 2019 11:30

Il tema della crescita economica al centro dell’ultimo bollettino economico della Banca centrale europea (Bce), con un focus che resta incentrato sui Paesi (come l’Italia) con un alto debito. A distanza di qualche settimana dalla riunione del 12 dicembre, la prima sotto la guida di Christine Lagarde nei panni di presidente al posto di Mario Draghi, l’istituto di Francoforte conferma le previsioni di crescita: “Le proiezioni indicano una crescita annua del PIL in termini reali dell’1,2 per cento nel 2019, dell’1,1 per cento nel 2020 e dell’1,4 per cento nel 2021 e nel 2022. Rispetto all’esercizio condotto a settembre 2019 dagli esperti della Bce, le prospettive per l’espansione del Prodotto interno lordo (Pil) in termini reali per il 2020 sono state lievemente riviste al ribasso”.

E i rischi? Quelli per le prospettive di crescita dell’area, connessi a fattori geopolitici, al crescente protezionismo e alle vulnerabilità nei mercati emergenti, restano orientati al ribasso, sebbene siano ora lievemente meno marcati.

 

E ancora una volta la Bce si rivolge direttamente ai Governi a cui rinnova il suo messaggio: “Tutti i paesi dovrebbero intensificare gli sforzi per conseguire una composizione delle finanze pubbliche più favorevole alla crescita“. In particolare, l’istituto ora guidato da Lagarde scrive: “Alla luce dell’indebolimento delle prospettive economiche, i governi che dispongono di margini per interventi di bilancio dovrebbero essere pronti ad agire in maniera efficace e tempestiva”.

 

Capitolo debito elevato, l’appello all’Italia e agli altri Paesi che registrano livelli elevati

Non manca poi l’appello diretto, in particolare, ai governi dei paesi con un debito pubblico elevato. La Bce li invita a “perseguire politiche prudenti e conseguire gli obiettivi di saldo strutturale, così da creare le condizioni affinché gli stabilizzatori automatici operino liberamente”. Su questo fronte è chiamata in causa l’Italia. La Bce sottolinea, infatti, che in Italia (ma anche Belgio, Spagna e Francia) si continuano a registrare “livelli di debito molto elevati per i quali non è stato ancora avviato un costante percorso di riduzione”.

Nel bollettino economico si legge ancora che: “È importante rilevare come l’Eurogruppo abbia ribadito che il lento ritmo di riduzione degli elevati livelli del debito in numerosi Stati membri continui a costituire motivo di preoccupazione e dovrebbe essere affrontato in maniera risolutiva, anche ricorrendo a eventuali disponibilità straordinarie derivanti dai bassi tassi di interesse”.

 

Entrando ancora più nel dettaglio, e osservando il grafico relativo al debito pubblico nel 2020, gli economisti della Bce indicano per l’Italia un rapporto debito/Pil oltre il 135%, con lo scostamento dal requisito di aggiustamento strutturale previsto dal Patto di stabilità (PSC) dello 0,9%. Si tratta del livello maggiore tra gli otto Paesi presi in considerazione. Secondo le previsioni della Commissione, gli aggiustamenti strutturali si discosteranno in maniera significativa dai requisiti del PSC in otto paesi, ossia Belgio, Spagna, Francia, Italia, Portogallo, Slovenia, Slovacchia e Finlandia. Il bollettino indica per l’Italia che “il requisito di aggiustamento strutturale non tiene conto della richiesta di flessibilità avanzata dalle autorità italiane conformemente alla clausola relativa agli eventi inconsueti prevista dal PSC”.

BCE

 

Spread, torna l’eccezione Italia

Sempre restando in Italia, la Bce si sofferma anche sui recenti movimenti dello spread Btp-Bund che è tornato ad allargarsi, rappresentando una eccezione nel periodo in esame rispetto agli altri Paesi europei. “Il differenziale sulle obbligazioni sovrane italiane a dieci anni si è ampliato in misura significativa, di 27 punti base, arrivando a 1,43 punti percentuali, principalmente di riflesso all’intensificarsi di tensioni politiche interne che, in quanto tali, non hanno avuto effetti di propagazione su altri paesi dell’area dell’euro”, segnalano da Francoforte.