La Bce ha lasciato invariata la politica monetaria ma il tono è sempre da colomba

Di seguito pubblichiamo un commento di mercato a cura di David Basola, responsabile Italia di Mirabaud
Asset Management. L'esperto prende in considerazione il tono da colomba usato
dall'Eurotower anche nell'ultima riunione della Banca centrale europeo. Questo
nonostante il Consiglio Direttivo della Bce capitanato da Mario Draghi nell'ultimo
meeting abbia lasciato il costo del denaro allo 0,15%.
La Banca Centrale Europea
(Bce), durante l'ultimo incontro del Consiglio Direttivo, ha lasciato invariata
la propria politica monetaria. Nonostante ciò, il tono di fondo del messaggio
dell'Eurotower è stato chiaramente da 'colomba'.
In particolare, il presidente
Mario Draghi non ha dato indizi di ulteriori misure non convenzionali,
sottolineando comunque che i tassi di interesse resteranno bassi per un periodo
di tempo prolungato. I dettagli tecnici del nuovo programma di Targeted
Longer-Term Refinancing Operations (TLTRO) della Bce implicano che le banche
potranno prendere denaro in prestito a condizioni relativamente favorevoli.
Per quanto riguarda l'outlook
della crescita, l'economia dell'Eurozona non sta guadagnando slancio, con le
vendite al dettaglio che hanno deluso i mercati la scorsa settimana, suggerendo
ancora una fase di debolezza nel secondo trimestre. Questa indicazione giunge
dopo che la componente output dell'indice PMI composito è scesa di 1,2 punti da
aprile, attestandosi a 52,8 punti per l'Eurozona.
In
particolare, la debolezza dei dati è evidente in Italia, dove l'economia sembra
aver attraversato una fase di stagnazione nel primo semestre dell'anno, e in
Germania. La produzione industriale tedesca è stata più debole nel secondo
trimestre, suggerendo che la crescita economica del Paese potrebbe aver
rallentato. Tuttavia, a nostro avviso l'effetto complessivo per la crescita
tedesca è relativamente limitato. Infatti, gli effetti negativi sulla crescita
tedesca derivanti dai dati sulla produzione industriale probabilmente saranno
controbilanciati da quelli positivi legati alla bilancia dei conti con
l'estero, alla luce della persistente debolezza delle importazioni.